In occasione della discussione sulla legge elettorale
Intervento in Consiglio regionale in occasione della discussione generale sulla legge elettorale
Daniela Lastri
Questa è una legge importante. È la legge che decide su come si esercita il diritto di voto, che tutti dovremmo volere libero e uguale. Aggiungo io: chiaro e inequivocabile.
Tutti i cittadini devono avere le stesse possibilità. Tutte le forze politiche devono essere messe su un piano di uguaglianza. Questa non è una posizione di parte, non è né una posizione di sinistra né una posizione di destra. È una posizione che fa appello ai principi fondanti della nostra Repubblica: rappresentatività del corpo elettorale, governabilità delle istituzioni, uguaglianza delle posizioni dei cittadini, delle forze politiche, dei candidati nel confronto elettorale. Negli anni passati, diversi sistemi elettorali hanno violato questi principi, e infine è giunta una sentenza della Corte Costituzionale che ha richiamato il legislatore al rispetto di questi valori. Il richiamo vale anche per noi.
Oggi siamo chiamati a dare il nostro voto e ad esprimere la nostra responsabilità. Le elettrici e gli elettori ci guardano, vedono cosa facciamo, il voto che diamo. Si aspettano di vedersi restituito pienamente il diritto di decidere chi li deve rappresentare e chi deve governare la Toscana. Se faremo questo, riconosceranno il merito non a questo o a quello ma a ciascuno di noi. Se faremo una cattiva legge, o se faremo una legge ad alto rischio di costituzionalità, prima ci criticheranno, poi si rivolgeranno ai giudici. Noi possiamo scegliere. Noi possiamo evitare di mettere la Toscana nel rischio della confusione istituzionale.
Le leggi elettorali non sono perfette, c’è sempre qualcosa che non va. Ognuno di noi ha maturato un’idea sul sistema elettorale migliore, e su come realizzare al meglio i principi repubblicani di cui parlavo. Però, il confronto sui sistemi elettorali, e anche la mediazione necessaria tra diverse soluzioni che sono considerate più idonee a rispondere alla conformazione dei partiti, alle loro dinamiche e alla loro tradizione, non può mettere in discussione quei principi, poiché essi appartengono alla Repubblica, cioè ai cittadini, e sono a noi indisponibili. Noi possiamo decidere, mediare, fare accordi, ma solo su quello che ci è disponibile, perché non siamo i padroni ma i servitori della Repubblica.
Nella nostra disponibilità c’è certamente il modello di elezione. Fatta questa scelta, dobbiamo avere l’assillo di rispettare quei principi, perché in ogni concreta legge sulle elezioni – ci è stato insegnato – il diavolo sta nei particolari. E così come avremmo dovuto avere massima cura nel rispetto dei principi, se avessimo deciso di costruire un sistema elettorale fondato sul collegio uninominale, allo stesso modo dobbiamo avere massima cura quando ci accingiamo a votare una legge fondata sul voto di preferenza, come avviene oggi, dopo una decisione assunta con faticosa mediazione tra le varie opinioni in campo.
Dunque, puntiamo sul voto di preferenza e su liste plurinominali in circoscrizioni piccole. Su questa scelta abbiamo innestato, nel corso di due anni di lavoro comune, altre importanti scelte, come il premio di governabilità, abbinato al doppio turno per l’elezione del Presidente della Giunta regionale, l’attuazione del principio della parità di genere, il voto di preferenza facilitato grazie ai nomi delle candidate e dei candidati stampati sulla scheda. Ognuna di queste scelte rispetta i principi di uguaglianza del voto, di uguaglianza delle forze politiche in competizione, di garanzia della governabilità. Anzi, devo dire che li può realizzare al meglio, rendendo la scelta forte e costituzionalmente salda. Attribuisco il merito di queste scelte a tutti noi: a quelli che le hanno proposte, a quelli che le hanno accettate, a quelli che non si sono opposti.
Il problema c’è quando, come avviene nella proposta di legge alla nostra attenzione, si toccano due questioni estremamente delicate: la riproposizione di una lista bloccata abbinata ad altra lista con preferenza, e le soglie di sbarramento alte, differenziate e escludenti. Qui i principi entrano drammaticamente in crisi. Il voto delle elettrici e degli elettori diventa diseguale; la posizione di parità delle forze politiche in campo è messa pesantemente in discussione. Gli effetti paradossali, e perciò incostituzionali, sono davanti agli occhi di tutti. Ed è un po’ strano (diciamo così) che si sia sottovalutato il parere giuridico degli uffici del Consiglio regionale, quando sul listino bloccato facoltativo recita: “In tal modo, si determinerà quindi un diverso peso dei voiti di preferenza tra una lista e un’altra, cosa che si presta certamente ad essere contestata in sede di controllo di costituzionalità”. Raramente ricordo un parere così netto. Siamo davanti a elettori che non determineranno tutti gli eletti, e a forze politiche che rischiano di essere escluse dalla rappresentanza a vantaggio di altre, pur avendo conseguito importanti e maggiori consensi. Fino ai paradossi estremi di candidati eletti nella lista bloccata regionale magari bocciati dagli elettori in quella con preferenze, e di forze politiche che complessivamente raggiungono il 9,9 per cento senza poter rappresentare in consiglio centinaia di migliaia di elettori. Se nel passato c’è stata scarsa attenzione a questi aspetti, e se nel presente altrove non si fa, non possiamo per questo autoassolverci. Oggi siamo noi a decidere.
Ricordo che in questo Consiglio regionale, nel marzo scorso, fu votato un ordine del giorno fortemente critico sulla riforma elettorale nazionale, che non si faceva carico – si disse – proprio dei problemi che qui richiamo. Anch’io votai quel documento, anche se non l’avevo presentato. E non l’avevo presentato perché mi sembrava strano criticare Roma senza aver risolto gli stessi problemi in casa nostra. Mi aspetterei oggi una maggiore coerenza.
Il mio invito è questo: mettiamo da parte le esigenze di parte, torniamo ai principi che, sono sicura, condividete con me, e diamo insieme alla Toscana una legge elettorale coerente, salda, costituzionale.
Chi verrà dopo di noi in questo Consiglio sia dunque l’espressione genuina del nostro popolo e dei nostri partiti, frutto di coalizioni vere, fatte per convinzione e non per convenienza, e di rappresentanza di orientamenti tutti meritevoli, per consenso uguale, di costruire la Regione del futuro. Diamo alla Toscana la legge elettorale che merita.
C’è un problema politico, per molti di noi. Non lo nascondo, è chiaro a tutti. La legge di cui discutiamo è frutto di due azioni: un’azione comune svolta nel Gruppo di lavoro del Consiglio regionale, che la legge assume; e un accordo che sui due punti essenziali che ho richiamato va oltre, rappresentando un altro approdo, un’altra mediazione.
Noi possiamo dire: “E così sia”. Oppure possiamo ricordare a noi stessi che il Gruppo di lavoro lo facemmo proprio per evitare accordi limitanti, e per metterci tutti sullo stesso piano. Con una forza consiliare diversa, certo, da tenere in alta considerazione, ma tutti sullo stesso piano istituzionale. Non dicemmo: sia la maggioranza a presentare una proposta di legge e ad affrontare il confronto con le minoranze. Dicemmo: proviamo a parlare tutti insieme, ad approfondire, e a vedere se raggiungiamo un’intesa larga, la più larga possibile tra i gruppi consiliari. Questo programma è venuto meno proprio quando eravamo in dirittura d’arrivo. Dovremmo invece, riprenderlo, e perciò tenere in considerazione la lettera la lettera inviata ieri proprio dai consiglieri Magnolfi, Del Carlo, Donzelli, Sgherri, Romanelli e Chincarini che ci chiedono un ultimo sforzo per miogliorare la proposta che discutiamo.
Sono convinta che le colleghe e i colleghi del mio gruppo, o comunque la maggior parte di loro, riconoscono il buon diritto di sostenere posizioni diverse, su questioni di così rilevante interesse per l’istituzione e per l’attuazione dei principi che ho richiamato. Perciò, insieme ad altre consigliere e consiglieri, abbiamo presentato alla vostra attenzione pochi essenziali emendamenti al testo in discussione.
Vi dico questo non certo per sollevare qui – nell’istituzione – questioni che attengono alla dialettica dei partiti. Vi dico questo perché tutti noi siamo nella stessa identica posizione, ad ognuno di noi spetta di sciogliere il suo dilemma, ed io sento il dovere – più ancora che il diritto – di farlo secondo le mie convinzioni, maturate in un dialogo politico e tecnico di due anni di lavoro comune. Ognuno di noi, nessuno escluso, racconterà domani ai cittadini di come ha sciolto il suo dilemma. Questo è, se volete, il grande pregio della democrazia, la forza stessa delle istituzioni democratiche.
Firenze, 10 settembre 2014
Il Gruppo di lavoro sulla legge elettorale
Il Gruppo di lavoro del Consiglio regionale sulla legge elettorale: Comunicazione al Consiglio
Daniela Lastri
Gentile Presidente, colleghe e colleghi consiglieri,
con la seduta del 23 luglio 2014 si è conclusa l’attività del Gruppo di lavoro sulla riforma elettorale, di cui sono stata coordinatrice.
Voglio qui anzitutto ringraziare tutte le colleghe consigliere e i colleghi consiglieri che a vario titolo vi hanno partecipato, il Segretario del Consiglio regionale e tutti i funzionari del Consiglio e dell’Osservatorio elettorale della Giunta, che hanno assicurato il loro prezioso supporto, con la professionalità e la competenza che erano richieste.
L’8 agosto ho consegnato la relazione sull’attività del Gruppo di lavoro, adempiendo a una espressa richiesta dei componenti del Gruppo stesso. Credo che i materiali saranno pubblicati, del resto costituiscono attività istituzionale di primaria rilevanza.
La relazione è stata trasmessa a ciascuno di voi, e ciò mi consente di presentarla in modo sintetico, anche perché oggi è, infine, all’esame e al voto del Consiglio le varie proposte di legge presentate in questi anni e in queste ultime settimane, tra cui la proposta di legge 348, che ha ricevuto il voto favorevole della Commissione consiliare competente, la Commissione Affari istituzionali. Questa proposta, come tutti sappiamo e per le ragioni che emergeranno nel corso del dibattito che da qui a poco svolgeremo, non è sottoscritta dalla maggioranza dei componenti del Gruppo di lavoro, e tuttavia sarebbe ingeneroso – verso i consiglieri presentatori ma soprattutto verso l’attività del Gruppo di lavoro – non rilevare che essa raccoglie alcune importanti indicazioni e gli approdi emersi nel corso di due anni di discussioni e approfondimenti, risolvendo invece in altro modo alcuni passaggi chiave. Considero aspetti condivisi l’attuazione del principio della parità di genere, il voto di preferenza agevolato donna-uomo, le liste plurinominali in circoscrizioni piccole, il premio di governabilità collegato al doppio turno per l’elezione del Presidente della Giunta regionale in caso di mancata elezione con più del 40%. Punti importanti di contatto tra le diverse opzioni in campo, che sono un patrimonio da non sottovalutare.
Quando cominciò questo lavoro, ebbi modo di invitare tutti a fare discussioni nel merito, anche mettendo nel conto di cambiare in corso d’opera le proprie convinzioni iniziali a seguito del confronto con gli altri. L’obiettivo, dicevo, era di dare alla Toscana una buona legge, nella quale, al di là degli interessi particolari, si costruissero le condizioni per una competizione vera, trasparente, efficace. Questo è stato, a mio giudizio, l’effettivo svolgimento delle cose: la progressiva enucleazione delle scelte fondamentali maggiormente condivise, nelle quali ciascuno, compresa la sottoscritta coordinatrice, ha dato il proprio contributo in situazione di parità, cedendo qualcosa delle proprie posizioni originarie in vista dell’obiettivo comune, cercando di convincere gli altri nel merito, e prendendo atto delle soluzioni e dei suggerimenti tecnici e del formarsi di opinioni maggioritarie, anche in considerazione del sostegno che avrebbero avuto queste posizioni in Consiglio.
Resto convinta che il gruppo di lavoro era ormai in grado di pervenire a un testo base largamente condiviso che, per come era stato costruito, avrebbe consentito a tutti di riconoscere, nel voto finale del Consiglio, il contributo dato da ciascuno. Questo esito, mi auguro, non è ancora precluso.
Nella mia relazione, ho raggruppato l’attività del Gruppo di lavoro in tre periodi:
- una prima fase preliminare-ideativa: si fissano obietti e metodo di lavoro, si studiano i materiali selezionati, si sollecitano i gruppi politici a elaborare proposte e documenti di orientamento;
- una seconda fase istruttoria: si lavora sulle opzioni formulate dai gruppi politici, se ne verifica la fattibilità, e infine si predispone – tra fine luglio e inizi agosto 2013 – un atto di indirizzo del gruppo. L’atto di indirizzo è del 9 agosto 2013 ed è approvato da tutti, ad eccezione del rappresentante di F.I.;
- infine la terza fase deliberativa, nella quale si prende a riferimento un testo di legge (testo PD del 30 gennaio 2014) e ci si lavora sopra.
Di ciascuna di queste fasi si dà conto nella relazione, evidenziando le posizioni emerse e il formarsi di orientamenti maggioritari. Segnalo che il metodo adottato ha puntato a evitare pronunciamenti a colpi di maggioranza. In questo contesto, ho cercato di volta in volta di riassumere le questioni e di segnalare gli approdi che mi sembravano rappresentare punti di vista che avrebbero consentito di conseguire maggiori consensi. L’intenzione era di riservare infine alla fase effettivamente deliberativa il momento di espressione delle posizioni finali di ciascuno in condizioni di ascolto reciproco.
I lavori del Gruppo sono stati ovviamente condizionati, anche nei tempi, dalle influenze provenienti da un ambiente esterno particolarmente dinamico e in rapida evoluzione proprio su punti di strettissima attinenza con l’attività svolta, come le tornate elettorali, i cambi di leadership dei partiti, la formazione di nuovi gruppi consiliari, e soprattutto la fondamentale sentenza n. 1/2014 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune norme cardine del sistema elettorale del Parlamento nazionale.
La ovvia permeabilità del Gruppo rispetto ai fatti citati, unitamente alla complessità dell’impegno assunto, hanno fatto sì che il progredire dei lavori sia stato non solo inevitabilmente lungo, ma anche soggetto a frequenti cambi di velocità, a lunghe fasi di riflessione e attesa di esiti di eventi esterni rilevanti (es. esiti della commissione nazionale sulle riforme costituzionali e elettorali, sentenza della Corte Costituzionale sul cd. Porcellum), seguite poi da rapidi progressi, talvolta perduti o congelati a lungo, come è del tutto evidente possa accadere rispetto a un tema di così forte sensibilità politica. Ugualmente evidente è poi il costante sviluppo di relazioni politiche istituzionali ed extraistituzionali con le organizzazioni politiche esterne e di queste fra loro con tavoli paralleli e negoziati bilaterali, che tuttavia hanno sempre trovato nel Gruppo di lavoro il naturale centro di gravità e il necessario contesto di rappresentazione formale.
Richiamo dalla mia relazione quelli che considero i tre momenti chiave che hanno contraddistinto l’attività del Gruppo:
a) l’adozione, il 9 agosto del 2013, del documento di indirizzo, cui non aderì solo il rappresentante del Pdl, sulla base di considerazioni che, tuttavia, sono state poi in gran parte recepite dal testo posto a base del lavoro del Gruppo il 30 gennaio 2014;
b) l’adozione del testo base, presentato dal presidente del gruppo del PD il 30 gennaio 2014, che sviluppa uno dei due modelli previsti nell’atto di indirizzo (voto di preferenza con liste circoscrizionali corte) e introduce le importanti novità del ballottaggio per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e delle preferenze agevolate;
c) la presentazione, per iniziativa del presidente del gruppo del PD, di un nuovo testo nella seduta del 19 giugno 2014 (testo 13 giugno), nel quale si operano modifiche significative rispetto a quello in esame dal Gruppo, le principali delle quali sono le soglie d’accesso differenziate, la differenziazione del premio di maggioranza, l’introduzione del listino regionale facoltativo, la possibilità di presentare candidature plurime in tre circoscrizioni, la riduzione del numero delle firme necessarie per la presentazione. Dalla relazione è possibile ricavare quali di queste modifiche raccoglievano indicazioni sostenute da componenti del Gruppo, quali avevano visto una espressione nettamente sfavorevole, e quali avevano il carattere dell’assoluta novità.
La relazione dà conto del dibattito che si è sviluppato nel Gruppo su questi passaggi chiave. Chiaramente, il dibattito sul testo presentato il 19 giugno assume una rilevanza decisiva. Nella relazione si dà conto sia del vivace dibattito che si svolse nella seduta del 19 giugno, sia delle riflessioni svolte nella seduta successiva del 14 luglio intorno alle note giuridiche elaborate sui punti più spinosi (listino bloccato regionale e soglie di sbarramento differenziate), sia della ricognizione conclusiva, da me fatta nella seduta del 21 luglio, nella quale si individuavano la persistenza solo di poche questioni ancora divisive, mentre l’impianto generale del testo risultava, a mio avviso, sufficientemente condiviso. Ricordo quella ricognizione:
- nel merito della rappresentanza dei partiti minori nelle circoscrizioni più piccole, non esistevano, allo stato attuale, sistemi in grado di assicurala senza incorrere in esiti paradossali e ancor più negativi;
- rispetto al listino bloccato facoltativo, presi atto del prevalere, all’interno del Gruppo di lavoro, di un giudizio di non positività, che dichiarai di condividere anche in qualità di Coordinatrice, assumendo le conclusioni delle note giuridiche agli atti che ne evidenziavano i manifesti profili di illegittimità costituzionale;
- per quanto attiene alle soglie di sbarramento multiple, osservai che la nota giuridica trasmessa si esprimeva in termini problematici, facendo emergere l’opportunità di una soglia unica fissata in una quota percentuale ragionevole (ad esempio il 3%);
- per quanto atteneva il tema delle firme a sostegno delle liste circoscrizionali, illustrai l’ipotesi di accompagnare la riduzione del 40% ad una parametrazione delle firme strettamente proporzionale alla popolazione residente nelle distinte circoscrizioni, e non per scaglioni, al fine di rendere omogeneo sul territorio lo sforzo per la loro raccolta e autenticazione.
A mio avviso, come ricordo nella relazione, il Gruppo avrebbe potuto convergere su un testo finale da rimettere al voto dell’aula entro la fine di luglio, affidando a quella sede anche l’esame di ordinari emendamenti al testo.
Infine, la relazione ricostruisce le ulteriori proposte formulate nel corso della seduta del 23 luglio dal presidente del gruppo del PD, derivanti da una mediazione, condotta al di fuori del Gruppo, e finalizzata ad acquisire il pieno sostegno di Forza Italia alla riforma della legge elettorale. Si tratta del momento conclusivo del lavoro del Gruppo, che determina una oggettiva separazione delle posizioni, resa infine esplicita con l’approvazione di un documento di sostegno al testo PD del 13 giugno, privato della norma sul listino regionale e modificato nella indicazione della soglia di sbarramento al 3%. All’approvazione di questo documento non parteciparono i rappresentanti del PD, di Forza Italia e di Toscana Civica TCR. Ovviamente, in considerazione della frattura del Gruppo di lavoro e dell’impossibilità di pervenire a una sintesi efficace, io mi sono astenuta sul documento votato.
I firmatari dell’intesa raggiunta fuori dal Gruppo di lavoro hanno poi trasfuso il testo nella pdl 348, oggi all’esame del Consiglio.
Questo, in poche parole, è il contenuto della relazione da me presentata.
Permettetemi solo una considerazione finale. Quando ho assunto il compito di coordinare il Gruppo di lavoro, l’ho fatto nella convinzione che il metodo prescelto fosse il migliore, e ho cercato di farmi carico delle esigenze di ognuno, e ancor più perché ero convinta che la legge elettorale regionale – per quanto inevitabilmente sottoposta a tensioni politiche – dovesse essere frutto di un lavoro comune. Per me lavoro comune significava soprattutto farsi carico, pur nella diversità delle opinioni, delle ragioni degli altri, cosicché anche nel voto finale, anche nell’espressione delle diversità, si potesse riconoscere il valore di quel lavoro, la capacità di stare nel merito, la volontà di raggiungere comunque un risultato per tutti importante. Speravo che le diversità, quando sarebbero giunte a manifestarsi, avrebbero testimoniato il reciproco riconoscimento di una tensione unitaria. Questo significava per me cercare di interpretare al meglio un ruolo dal carattere prettamente istituzionale.
Perciò, il sostanziale venir meno del progetto originario che diede vita al Gruppo di lavoro, è per me motivo di preoccupazione, poiché potrebbe confermare l’idea che organismi di questo tipo sono ormai superati da un incedere del dibattito politico molto difficile. Auspico che la discussione che ci apprestiamo a fare, e a cui parteciperò da semplice consigliera, tenga comunque conto, anche nelle relazioni tra le forze politiche, allo stesso modo sia dei punti di condivisione faticosamente raggiunti sia dei punti di contrasto, in un dibattito franco, fatto anche di espressioni di voto diverse, ma attento all’obiettivo comune di dare alla Toscana una buona legge elettorale.
Firenze, 9 settembre 2014
Mozioni, Ordini del giorno e Risoluzioni
Qui di seguito c’è l’elenco delle mozioni, degli ordini del giorno e delle risoluzioni che ho presentato. Tutte le mie iniziative (interrogazioni, mozioni, ordini del giorno, proposte di legge, proposte di deliberazione, proposte di risoluzioni, ecc.) si trovano nel sito del Consiglio regionale (clicca qui)
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- Ordine del giorno collegato n. 272 del 24 marzo 2015 – Collegato alla Proposta di Legge n. 418 Bilancio di Previsione per l’anno finanziario 2015 e Pluriennale 2015/2017 e Bilancio di Previsione conoscitivo 2015/2017 – Prima variazione.
coll. Pdl 418 - _______________________________________________________________________________
- Proposta di risoluzione n. 305 del 24 marzo 2015 – In merito al genocidio del popolo armeno
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- Mozione n. 998 del 24 marzo 2015 – Sulla necessità di migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali.
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- Mozione n. 996 del 24 marzo 2015 – In merito all’insediamento nel quadro normativo regionale della cosiddetta “clausola sociale” in materia di appalti di servizio.
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- Ordine del giorno collegato n. 269 del 23 dicembre 2014 – Collegato alla proposta di legge n. 380 (Legge finanziaria per l’anno 2015).
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- Ordine del giorno collegato n. 267 del 22 dicembre 2014 – Collegato alla deliberazione 22 dicembre 2014, n. 102 (Documento annuale di programmazione per l’anno 2015. Approvazione), in merito all’occupazione dei dipendente delle province della Toscana.
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Mozione n. 959 del 11 dicembre 2014 – In merito alle vicende relative alla Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno.
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Mozione n. 957 del 9 dicembre 2014 – In merito alle prescrizioni previste dalla normativa regionale in merito alla detenzione di animali d’affezione.
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- Mozione n. 949 del 18 novembre 2014 – Per una più efficace ed equa attuazione delle politiche di accoglienza dei migranti nel territorio della Toscana.
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- Mozione n. 932 del 31 ottobre 2014 – In merito al conferimento della medaglia al valor civile del Presidente della Repubblica e di onoreficenze della Regione Toscana a Giuseppe Girolamo.
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Ordine del giorno n. 255 dell’ 8 ottobre 2014 – Collegato alla proposta di legge 340 “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2002, n. 32″ (Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro), coll. Pdl 340.
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Mozione n. 906 del 4 settembre 2014 – Per il raddoppio e potenziamento della ferrovia Pistoia-Lucca.
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Proposta di risoluzione n. 267 del 30 luglio 2014 - Collegata alla deliberazione 29 luglio 2014, n. 40 (Ratifica ai sensi dell’articolo 22, comma 2, della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 “Norme per il governo del territorio” dell’intesa preliminare preordinata all’accordo di pianificazione relativa all’approvazione della variante al piano regolatore generale del Comune di Firenze inerente alla rigenerazione urbana delle ex Officine grandi riparazioni di Porta al Prato).
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Mozione n. 894 del 30 luglio 2014 - Per incrementare le risorse ai progetti educativi di zona.
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Mozione n. 848 del 15 luglio 2014 - In merito ai tempi dei realizzazione dell’Istituto di Custodia attenuata per le madri detenute (OCAM) previsto presso gli spazi concessi dall’Opera della Madonnina del Grappa di Firenze.
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Mozione n. 846 del 15 luglio 2014 - Per una più efficace applicazione delle “Linee guida per la diagnosi e la gestione dei disturbi specifici di apprendimento” di cui alla DGR n. 1159/2012.
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Mozione n. 833 del 26 giugno 2014 - In merito all’utilizzo del poliambulatorio attivo presso la caserma Francesco Redi, sede dell’ex Scuola di Sanità militare di Firenze.
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Mozione n. 827 del 18 giugno 2014 - In merito alle prospettive del Gruppo Esaote in Toscana.
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Mozione n. 798 del 15 aprile 2014 – Per la salvezza dei 529 condannati a morte egiziani.
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Mozione n. 795 del 8 aprile 2014 – In merito alle opere in corso di realizzazione sull’asse viario Mezzana-Perfetti Ricasoli, lotti 4, 5a, 5b, e 6 e sulle opere di adeguamento della strada provinciale (SP) 8 Barberinese e strada provinciale (SP)107 Legri-Carlone.
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Mozione n. 789 del 26 marzo 2014 - In merito al riconoscimento alla dottoressa Lara Vinca Masini di quanto previsto dalla legge Bacchelli.
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Mozione n. 787 del 25 marzo 2014 - Mozione di adesione all’appello per la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri palestinesi e per una svolta nei negoziati in corso che conduca alla fine dell’occupazione militare israeliana, alla costituzione di uno stato Palestinese indipendente e a una pace che dia giustizia e sicurezza a tutti.
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- Mozione n. 786 del 25 marzo 2014 – In merito alla concessione di benefici economici alle aziende toscane per il risarcimento dei danni subiti dalle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, in seguito agli eventi alluvionali del novembre 2012.
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- Mozione n. 785 del 25 marzo 2014 – In merito all’annullamento del concorso per dirigenti scolastici in Toscana.
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- Mozione n. 783 del 20 marzo 2014 – In merito alle prospettive della Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno S.p.A.
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- Mozione n. 781 del 18 marzo 2014 – In merito all’iter di definizione delle nuove tariffe del servizio idrico e al rispetto dell’esito referendario del giugno 2011.
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Proposta di regolamento interno n. 16 del 11 febbraio 2014 – Regolamento per il trattamento dei dati personali sensibili e giudiziari del consiglio regionale della Toscana.
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- Mozione n. 764 del 11 febbraio 2014 – In merito alle possibili forme di sostegno regionale alla campagna contro le mine nel Sahara Occidentale.
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- Mozione n. 747 del 14 gennaio 2014 – Per dare risposte al problema dei “droup out” In Toscana.
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- Mozione n. 735 del 23 dicembre 2013 – Per la salute negli istituti penitenziari della Toscana.
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- Mozione n. 733 del 17 dicembre 2013 – In merito alle conseguenze per le famiglie italiane derivanti dal blocco delle adozioni disposto dal governo della Repubblica Democratica del Congo.
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- Mozione n. 722 del 4 dicembre 2013 – In merito alla situazione dei lavoratori del Centro meccanizzazione postale (CMP).
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- Mozione n. 721 del 4 dicembre 2013 – In merito alle iniziative da intraprendersi in occasione delle celebrazioni dell’anniversario dei 150 anni di Firenze
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- Mozione n. 711 del 13 novembre 2013 - In merito alle prospettive del sistema toscano delle malattie rare.
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- Mozione n. 708 del 5 novembre 2013 - In merito all’affidamento all’Agenzia nazionale Lifelong Learning Programme della gestione del nuovo programma Erasmus Plus.
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- Mozione n. 689 del 9 ottobre 2013 – In merito alla normativa nazionale in materia di immigrazione.
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- Mozione n. 687 del 2 ottobre 2013 – Per il rispetto del diritto costituzionale all’istruzione degli alunni disabili e per garantire l’assegnazione del corretto numero di insegnanti di sostegno in Toscana.
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- Ordine del giorno collegato n. 210 del 11 settembre 2013 – Collegato alla proposta di deliberazione n. 373 (Direttive per la promozione della cultura della legalità democratica: approvazione ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge regionale 10 marzo 1999, n. 11), in merito alla Tenuta di Suvignano.
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- Proposta di risoluzione n. 209 del 26 luglio 2013 – collegata alla legge regionale 2 agosto 2013, n. 45 (Interventi di sostegno finanziario in favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà, per la coesione e per il contrasto al disagio sociale).
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- Mozione n. 665 del 4 luglio 2013 – In merito alla competitività del sistema toscano in relazione al rapporto tra amministrazione regionale, cittadini ed imprese.
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- Mozione n. 660 del 26 giugno 2013 – In merito alla necessità di predisporre posti letto per i ricoveri ordinari di detenuti presso l’Azienda Ospedaliera di Careggi a Firenze.
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- Mozione n. 657 del 25 giugno 2013 – In merito alle politiche regionali di valorizzazione della cultura di libertà, democrazia e pace, con particolare riferimento al 70° anniversario della Liberazione della Toscana.
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- Mozione n. 642 del 5 giugno 2013 – In merito all’applicazione dei ticket sanitari di cui alla Legge 111/2011.
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- Mozione n. 638 del 28 maggio 2013 – In merito alle iniziative volte a contrastare la violenza di genere.
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- Mozione n. 630 del 22 maggio 2013 – Modifica della legge regionale 24 febbraio 2005, n. 41 (Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale).
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- Mozione n. 628 del 15 maggio 2013 – In merito alla garanzia di applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
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- Mozione n. 617 del 24 aprile 2013 – In merito alla situazione del sistema scolastico regionale in seguito alla sentenza del TAR della Toscana sul concorso per esami e titoli per il reclutamento di dirigenti scolastici per la scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e per gli istituti educativi di cui al bando approvato con decreto del Direttore della Direzione generale per il personale scolastico del MIUR del 13 luglio 2011.
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- Mozione n. 614 del 24 aprile 2013 – In merito alla necessità di reperire risorse per gli investimenti nel settore dei servizi all’infanzia. coll. Moz. 616
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- Mozione n. 607 del 10 aprile 2013 – In merito ai vincoli imposti dal Patto di stabilità nei confronti dell’edilizia scolastica.
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- Mozione n. 601 del 4 aprile 2013 – Per un sostegno al popolo siriano ed una rapida risoluzione della crisi.
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- Mozione n. 599 del 4 aprile 2013 – In merito agli eventi alluvionali che hanno interessato la regione Toscana nei mesi di novembre 2012 e marzo 2013.
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Proposta di deliberazione n. 349 del 29 marzo 2013 – Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2012.
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- Mozione n. 594 del 22 marzo 2013 – Per la valorizzazione e piena operatività dell’impianto dijnamico polifunzionale di Osmannoro.
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Proposta di deliberazione n. 343 del 20 marzo 2013 – Convalida della elezione del consigliere regionale Gabriele Chiurli
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Proposta di deliberazione n. 342 del 18 marzo 2013 – Costituzione e disciplina del Comitato per la qualità del servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 47 della legge regionale 28 dicembre 2011, n. 69 (Istituzione dell’autorità idrica toscana e delle autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Modifiche alle leggi regionali 25/1998, 61/2007, 20/2006, 30/2005, 91/1998, 35/2011 e 14/2007).
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- Mozione n. 579 del 11 febbraio 2013 – Prevenzione e azioni contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).
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- Mozione n. 566 del 15 gennaio 2013 – Salvaguardia condizioni lavorative dignitose e tutela dei livelli occupazionali dei lavoratori del servizio di portineria, centralino e autista della Regione Toscana.
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- Ordine del giorno collegato n. 191 del 19 dicembre 2012 – In merito alla riattivazione del corso di laurea in cultura e progettazione della moda, interfacoltà di lettere e filosofia e architettura dell’Università di Firenze.
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Proposta di deliberazione n. 307 del 14 dicembre 2012 – Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013 – 2015
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- Proposta di risoluzione n. 168 del 4 dicembre 2012 – In merito agli orientamenti per la revisione della legge regionale 27 dicembre 2007, n. 69 (Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali).
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- Proposta di deliberazione n. 300 del 20 novembre 2012 – Nomina dei componenti del Collegio dei revisori dei conti della Regione Toscana.
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- Proposta di deliberazione n. 299 del 20 novembre 2012 – Istituzione dell’elenco dei candidati alla nomina a revisori dei conti della Regione Toscana.
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- Mozione n. 555 del 20 novembre 2012 – Centralità dell’istruzione pubblica e ascolto del mondo della scuola.
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- Ordine del giorno collegato n. 162 del 12 settembre 2012 – Collegato alla proposta di legge n. 175 (Bilancio di previsione per l’amo finanziario 2012 e pluriennale 2012/2014-Seconda variazione).
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- Mozione n. 520 del 12 settembre 2012 – In merito all’esito della gara di appalto per il servizio di portineria, centralino e autista della Regione Toscana e alla garanzia della tutela dei diritti dei lavoratori. Testo unificato mozioni 506, 513, 516
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- Mozione n. 519 del 11 settembre 2012 – In merito alle prospettive del territorio di Marina di Grosseto interessato dai roghi dolosi dell’estate 2012. Testo unificato mozioni 509 e 510
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- Mozione n. 512 del 30 agosto 2012 – Per contrastare il fenomeno del femminicidio.
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- Mozione n. 511 del 29 agosto 2012 – Sull’applicazione, nelle aree marginali, montane ed insulari, dei provvedimenti di cui alla legge 7 agosto 2012, n. 135 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini.
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- Mozione n. 503 del 24 luglio 2012 – Omofobia e transfobia: educazione delle nuove generazioni e formazione d’insegnanti e genitori.
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- Proposta di risoluzione n. 143 del 24 luglio 2012 – In merito alla rimodulazione dei poli di innovazione e dei distretti tecnologici.
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- Proposta di risoluzione n. 144 del 24 luglio 2012 – In merito alla proposta di legge su “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali” in corso di seconda lettura alla Camera dei Deputati.
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- Mozione n. 673 del 17 luglio 2012 – In merito all’utilizzo di specie animali selvatiche o esotiche nei circhi e nelle mostre viaggianti
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- Mozione n. 493 del 10 luglio 2012 – In merito al prospettato taglio di 174 uffici postali nel territorio regionale.
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- Mozione n. 478 del 13 giugno 2012 – In merito ad un intervento legislativo in materia di unioni civili in coerenza con il dettato costituzionale.
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- Mozione n. 477 del 13 giugno 2012 – Per un graduale e progressivo piano di ritiro del contingente militare italiano operativo in Afghanistan, e per il sostegno alle iniziative messe in atto dagli organismi internazionali finalizzate alla stabilizzazione di tale paese
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Mozione n. 453 del 15 maggio 2012 – Sulle procedure di mobilità intercompartimentale per la riduzione del personale scolastico in esubero.
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- Mozione n. 447 del 9 maggio 2012 – In merito alla situazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali in Toscana.
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Mozione n. 445 del 4 maggio 2012 – Per garantire il futuro dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
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- Mozione n. 442 del 27 aprile 2012 – Sulla situazione dei lavoratori di Poste Italiane a seguito del nuovo piano aziendale “Interventi Servizi Postali”.
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- Mozione n. 436 del 17 aprile 2012 – In merito alla tutela sanitaria dello sport in Toscana. Testo sostitutivo in aula il 30/05/2012-rinviata in 4 e 5 commissione il 12/09/2012
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- Proposta di risoluzione n. 115 del 12 aprile 2012 – In merito alle procedure per la presentazione e l’approvazione del documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) 2012.
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Mozione n. 433 del 5 aprile 2012 – Per l’introduzione di agevolazioni in favore delle famiglie numerose nell’ambito della tariffazione del servizio idrico integrato
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Mozione n. 404 del 15 marzo 2012 – Per la riforma delle norme sulla cittadinanza introducendo anche nel nostro Paese il principio dello ius soli
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Risoluzione 8 marzo 2012 – Per una democrazia paritaria
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Mozione n. 371 del 21 febbraio 2012 – Per l’abbandono del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F35 e per la destinazione a fini sociali dei fondi risparmiati
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Mozione 9 febbraio 2012 – Per un intervento legislativo nazionale per il contrasto al fenomeno delle dimissioni in bianco
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Ordine del giorno n. 131 del 20.12.2011, collegato alla legge finanziaria – In merito al trasporto pubblico degli alunni disabili.
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Proposta di deliberazione n. 187 del 15 dicembre 2011 – Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012 – 2013 –2014.
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Mozione n. 306 del 9.11.2011 – Per una cultura del gioco responsabile e per un’azione di contrasto alla dipendenza da gioco e alle infiltrazioni mafiose nel mondo del gioco d’azzardo.
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Ordine del giorno n. 123 del 9.11.2011 – Collegato all’informativa preliminare del Piano della cultura 2012/2015.
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Risoluzione n. 91 del 9.11.2011 – Collegata all’informativa ex art. 48 dello Statuto relativa al “Piano Regionale per la cittadinanza di genere 2012-2015″
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Mozione n. 284 del 13.09.2011 – Rifinanziamento della legge 23/1996 sull’edilizia scolastica.
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Mozione n. 283 del 29.08.2011 – In merito alle problematiche connesse all’eccessivo numero degli studenti per ciascuna classe, ossia in merito alle cosiddette “classi pollaio”.
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Proposta di deliberazione n. 144 del 5 luglio 2011 – Nomina del Difensore civico regionale.
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Mozione n. 265 del 4.7.2011 – In merito alla celebrazione in Regione Toscana ogni anno della giornata mondiale per il disarmo nucleare e per un impegno delle istituzioni per un mondo di pace senza la minaccia del nucleare.
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Mozione n. 259 del 28.06.2011 – A sostegno della liberazione di Nasrin Sotoudeh.
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Mozione n. 246 del 01.06.2011 – Mozione in merito alle azioni da mettere in atto al fine di giungere al rinnovo della sperimentazione per la Scuola Città Pestalozzi di Firenze da parte del Ministero dell’Istruzione.
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Proposta di deliberazione n. 135 del 3 maggio 2011 – Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2010
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Proposta di Risoluzione n. 51 del 27.4.2011 – Impegno a garantire la corretta e immediata applicazione dell’ordinanza del TAR Lazio n. 3270 del 14.4.2011 per chiedere il ripristino dei posti soppressi nelle scuole e bloccare le disposizioni ministeriali che prevedono ulteriori tagli.
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Proposta di deliberazione n. 237 del 20 aprile 2012 – Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2011
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Mozione n. 201 del 24.03.2011 – No al nucleare in Toscana.
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Mozione n. 198 del 23.03.2011 – Sui tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS).
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Mozione n. 147 del 18.01.2011 – In merito al calendario promosso dal Consorzio Vera Pelle Italiana al Vegetale di Ponte a Egola realizzato da Oliviero Toscani.
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Proposta di deliberazione n. 119 del 15 marzo 2011 – Istituzione della Commissione istituzionale per l’emergenza occupazionale.
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Proposta di deliberazione n. 87 del 16 dicembre 2010 - Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio 2011 e bilancio pluriennale per il triennio 2011 – 2012 –2013.
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Proposta di deliberazione n. 86 del 16 dicembre 2010 – Statuto della Fondazione del Consiglio regionale della Toscana – Modifiche. Delibera pubblicata con errato n.92
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Mozione n. 130 del 6.12.2010 – Sostegno alle mobilitazioni universitarie contro le politiche del Governo.
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Mozione n. 125 del 02.12.2010 – Per un pieno sostegno alla legittima richiesta avanzata al Governo da parte del Volontariato e del Terzo Settore e tesa a salvaguardare le erogazioni del cinque per mille dell’Irpef che i cittadini intendono destinare a finalità di interesse sociale.
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Mozione n. 117 del 24.11.2010 – Tutela lavoratori Opera.
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Mozione n. 64 del 15.07.2010 – Per la prevenzione e la lotta all’omofobia.
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Mozione n. 61 del 14.07.2010 – Collegata alla comunicazione del Vicepresidente Targetti “La scuola dell’infanzia: un diritto che in Toscana sarà garantito a tutti i bambini”.
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Proposta di deliberazione n. 32 del 10 giugno 2010 – Istituzione Commissione istituzionale per le politiche comunitarie e gli affari internazionali.
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Proposta di deliberazione n. 21 del 21 maggio 2010 – Istituzione Commissione speciale sull’emergenza occupazionale.
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Proposta di deliberazione n. 13 del 7 maggio 2010 – Dotazione organica per le strutture di supporto al Presidente del Consiglio regionale, all’Ufficio di presidenza e al Portavoce dell’opposizione e per le strutture di segreteria dei gruppi consiliari.
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Sessismo
10 marzo 2014 | ||
09:30 | a | 13:30 |
Il testo “Il sessismo nella lingua italiana” – uscito nel 1987 a cura della Commissione per la Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha rappresentato il punto di partenza di un grande dibattito sul legame tra le discriminazioni culturali e le discriminazioni semantiche.
Quella fu l’idea iniziale da cui partì la ricerca per modificare la lingua italiana in una lingua “ non sessista”.
A distanza di circa trent’anni la discussione è ancora estremamente attuale perché, oggi più di ieri, le forme dei linguaggi sono cambiate. Questo rende assolutamente necessario creare sensibilizzazione, conoscenza e, ove necessario, contrasto affinché tutte le forme di comunicazione e i comportamenti siano rispettosi delle differenze di genere.
Quest’iniziativa è un momento di riflessione per mettere in luce quanto ancora non risolto, per rendere evidenti le profonde contraddizioni che segnano la nostra società su questo fenomeno e, soprattutto, offrire strumenti per contrastarlo.
Introduzione
Daniela Lastri
Consigliera regionale, Ufficio di Presidenza
Intervengono
Irene Biemmi
Università di Firenze
Ripensare il linguaggio per superare gli stereotipi sessisti
Maria Grazia Campus
Canti di filastrocche della tradizione popolare
Daniela Morozzi
Attrice
Letture di brani tratti da testi scolastici
Stefano Ciccone
Presidente dell’Associazione
e Rete nazionale Maschile plurale
Linguaggi, ruoli e destini: è una questione di libertà.
Un punto di vista maschile
Kleoniki Valleri
Presidente
del Parlamento degli Studenti della Toscana
Questione di genere: il pensiero dei giovani
Vincenzo Guggino
Segretario Generale
dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria
L’uso dell’immagine femminile in pubblicità:
gli interventi dell’Autodisciplina
Rossella Pettinati
Presidente
Commissione Pari Opportunità – Regione Toscana
Cultura e buone pratiche contro il sessismo.
Nuovi spazi di cambiame
Catia Franci. Una protagonista della buona amministrazione e della bella politica
Introduzione di Daniela Lastri al seminario “Catia Franci e Franca Pieroni Bortolotti. La politica, i movimenti della donne, la storia. Firenze, 7 dicembre 2013.
Parliamo oggi di due donne. Una delle due, Catia Franci, ha voluto nel 1990 – con la Società delle Storiche – questo Premio intitolato all’altra, Franca Pieroni Bortolotti, intrecciando così passato presente e futuro in un luogo ideale, la narrazione della storia delle donne.
Catia Franci è, per tutte le donne, un simbolo della buona amministrazione e della bella politica. Lo è certo per me, che ho potuto conoscerla e incamminarmi sul sentiero che anche lei aveva tracciato. A vent’anni dalla sua scomparsa, oggi ne parliamo con lo spirito che lei avrebbe voluto, il tempo ci ha sottratto l’emozione più forte, e il discorso diventa riflessione mista a ricordo. Ricordiamo per riflettere. Parleremo di amministrazione e di politica, e di come Catia Franci le ha interpretate. Mescoleremo le cose, un po’ perché questa è stata una realtà nella vita di Catia Franci, un po’ perché l’amministrare – il misurarsi con il governo della cosa pubblica – è il riflesso di come si interpreta la politica. Dieci anni fa, nel 2004, il Comune di Firenze volle ricordare Catia Franci con un libro dedicato a lei, nel quale Sandra Landi, Francesca Arena, Anna Scattigno, Dario Ragazzini e Alessandro Adreani ne ricostruirono il profilo. Il libro (Con passione e con ragione. Catia Franci, donna e amministratrice) è una bella storia di un periodo della nostra città, vent’anni di passione civile e di politica attiva (1974-1993) che sono stati cruciali per molti di noi. A rileggerlo in questi giorni, quel libro ci dice anzitutto due cose: che gli anni più recenti hanno letteralmente rimosso, nella percezione pubblica, la qualità, le passioni e le ragioni della buona politica, fino a farle perdere senso; e che ogni buona politica, ogni esperienza di buon governo della cosa pubblica dimostra qualità se ha capacità di progettare il futuro. Se vi capita, scorrete quel libro, e vedrete come Catia Franci non era solo una donna del suo tempo, era una donna che sapeva pensare il futuro.
Lo dico per esperienza diretta. A me è capitato di assumere nel 1999 praticamente le stesse responsabilità di governo che ebbe Catia, e di riprendere il filo di un lavoro che, per quasi dieci anni, si era interrotto. Sono ripartita da lì, perché lì, in quello che aveva lei seminato copiosamente, c’erano già tutti i temi del mio presente. Certo, erano passati dieci anni, e per dieci anni si era galleggiato, ma le idee e i progetti di Catia erano fecondi, avevano gettato robuste fondamenta, potevano perciò essere ripresi, rafforzati, sviluppati. Così succede alla buona politica, e al buon governo che sa guardare al futuro: prima o poi il testimone qualcuno lo prende. Ciò per dire una cosa semplice. Anche in politica, anche nell’amministrazione, nel bene e nel male, bisogna saper vedere dove c’è continuità e dove c’è vero cambiamento, nelle cose, nei rapporti di potere, nelle relazioni tra le persone. Catia Franci è di quelli che hanno saputo costruire il vero cambiamento, o gettare le basi per realizzarlo. Firenze non sarebbe quella che è diventata senza il contributo di Catia Franci. E molti di noi non avrebbero fatto quel che hanno fatto se prima non ci fosse stata lei. Che dunque ha un posto tutto suo, conquistato sul campo, nella storia di questa città. Questo del resto dovrebbe essere, per chi fa politica, l’ambizione più grande, perfino al di là del ricordo personale. A raccontare oggi a una giovane donna come mai una sua coetanea, appena diventata maestra, lasci il suo lavoro, conquistato con impegno e sacrificio personale, un lavoro sicuro e che le piaceva, per diventare giovane funzionaria di partito, a raccontare che no, non l’aveva fatto per guadagnare di più né con la sicura prospettiva di diventare un amministratore pubblico (quello che poi sarebbe diventata solo anni dopo), so che farebbe fatica a credermi. Nella politica devastata di oggi quel gesto di dedizione pressoché integrale a un movimento politico (che peraltro considerava i compiti di governo di minore importanza rispetto alla militanza) sarebbe considerato certo un fatto incomprensibile. Avveniva però così, erano appena trent’anni che era nata la Repubblica, e i partiti erano strutture portanti della partecipazione civile e della vita attiva. Lì passava, anche per una giovane donna, l’aspirazione più forte al cambiamento. E forse, alla nostra giovane donna, sarebbe altrettanto indecifrabile il comportamento di Catia che, conclusa nel 1990 la sua esperienza di assessore al Comune di Firenze, decise infine di rinunciare a fare il funzionario di partito per affrontare l’incognita di un nuovo lavoro.
Per capire, non bisogna rinunciare ad approfondire. Bisogna avvicinarsi alla storia dei partiti con spirito più libero dalle ossessioni di oggi.
Catia Franci ha interpretato la politica nel senso più pieno, ma è stata ragazza e donna del suo tempo. A molte di noi dimostrò che le donne possono farsi valere anche nei luoghi tradizionali della politica, e anche assumendo ruoli di solito riservati agli uomini, senza perdere nulla della propria qualità di genere. Il suo percorso fu veramente originale. E infine vinse tutte le battaglie che fece. Con le armi della sua intelligenza e del suo spirito libero, impose nel partito la sua personalità, e delle donne fu riferimento sicuro, nel partito come nei movimenti. Qui, soprattutto nel corso del suo impegno istituzionale e di governo, dimostrò che era possibile ricostruire un rapporto tra le istituzioni e le espressioni della soggettività femminile, conquistando passo dopo passo, il riconoscimento che infine le fu dato, di essere lei il punto di riferimento più autorevole delle politica al femminile. Non fu un percorso semplice, e lei stessa cambiò qualcosa di sé, si misurò con il femminismo e con le donne che in quell’arcipelago di associazioni diffidavano dei partiti e delle istituzioni, dimostrando di essere uno dei dirigenti politici più moderni e innovativi. In poche parole, potrei riassumere così il suo impegno: conquistò uno spazio importante nel suo partito, conquistò le istituzioni alla politica di genere (le istituzioni sono sorde, diceva), conquistò il cuore delle donne che dalla politica e dalle istituzioni fino ad allora avevano ricevuto solo timidi riconoscimenti. Per riuscire in questa impresa, della quale poi tante di noi si sono giovate, mise in gioco la sua tradizione, con uno spirito di apertura, di ricerca, di innovazione culturale molto pronunciato. Eppure non negò mai la sua esperienza, la sua storia politica, le responsabilità che sentiva nel suo ruolo.Poteva scegliere strade più sicure, approcci tradizionali. Scelse invece di mettere in discussione quasi tutto. Quando chi fa politica si comporta così, ha molto da soffrire, deve battersi come un leone, e dimostrare ogni giorno di essere all’altezza. Ma gli esami, Catia, li superò tutti. Eppure ciò che dobbiamo portarci dietro è più il suo modo di fare politica che gli stessi risultati. È il come più che il cosa. L’elenco delle cose fatte dà conto solo in parte dell’impegno profuso. Perché le cose fatte vengono tutte da un lavoro intenso, dallo scontro anche con i suoi colleghi della giunta, ma soprattutto da idee profonde sul futuro della città, dalla voglia di rivoluzionare antiche certezze e dalla determinazione che ha sempre messo nella sua azione. Volle la delega al Progetto Donna, e poi lo costruì con mille azioni di governo e una partecipazione diffusa, attiva, propositiva. Volle la delega al Progetto Giovani, e da lì sono partite iniziative che sono durate negli anni. Fece dell’istruzione pubblica (e della qualità degli asili nido, a cui volle restituire tutta la qualità educativa e di tutela dei diritti dei bambini) un campo di sperimentazione di azioni innovative, misurandosi con successo anche con rilevanti problemi di riorganizzazione della macchina comunale. E intorno a sé volle esempi della pedagogia moderna, primi tra tutti Bruno Ciari e Franco Frabboni.
Molte cose di cui oggi si parla come se fossero scontate vengono da quella sua eccezionale esperienza.
Le politiche educative del comune di Firenze nei confronti degli adolescenti e dei giovani furono rivoluzionate. Gli asili nido e la scuola materna presero ad essere molto di più che un servizio sociale. I titoli di questo impegno a tutto campo sono noti. Progetto Donna e Progetto Giovani, ho detto. Comitato per l’inviolabilità del corpo femminile, Centro di prevenzione oncologica per le donne, Informadonna, Retravaiiler, Consiglio delle donne, Artemisia, Informaziovani, Progetto Zerosei, Centri di Interazione educativa (CIE), Coordinamento pedagogico, Archivio dei giovani artisti, Extra scuola, Progetto Ribes, Centro per la ricerca, la valutazione e la qualità dei processi di apprendimento-insegnamento nella scuola e extrascolastici, Progetto obiettivo Scuola-lavoro, Corsi di alfabetizzazione linguistica degli immigrati …
Nel libro del 2004 compare un appunto di Catia: “le donne sono affamate di tempo, le donne sono “trottole”. Il loro tempo è quello del “mentre”: mentre mi vesto preparo il caffè, alzo i bambini, tiro via il letto; mentre cucino riguardo i compiti dei ragazzi”. Anche il tempo di Catia è stato così; e mentre lei costruiva progetti, noi osservavamo, partecipavamo e imparavamo. La buona politica è anche questo, e vive degli esempi che le donne sanno dare. Mi ha fatto piacere parlare così di lei, e dirvi come è vivo il suo ricordo e il suo insegnamento.
Premio Franca Pieroni Bortolotti XIX Edizione
12 luglio 2013 | ||
10:00 | a | 18:00 |
Franca Pieroni Bortolotti (1925-1985), storica, antifascista e partigiana, è considerata la fondatrice della storia delle donne in Italia. Il suo primo libro, alle origini del movimento femminile in Italia, apparso nel 1963, inaugurò un terreno di ricerca del tutto nuovo: ricostruendo la biografia politica di Anna Maria Mozzoni (1837-1920), Franca Pieroni Bortolotti ritrasse in quel libro l’intera generazione di donne che fu all’origine del movimento di emancipazione femminile in Italia. Era convinta che la «questione femminile» fosse al centro della costruzione della democrazia, sia nel Risorgimento che nell’Italia del secondo dopoguerra.
A lei fu intitolato, nel 1990, un Premio nazionale istituito dal Comune di Firenze e rivolto a giovani ricercatrici e ricercatori per studi inediti di Storia delle donne e Storia di genere. Promotrice di questa iniziativa, insieme con la Società italiana delle storiche, fu Catia Franci (1952-1993), che negli anni 1985-1990 fu assessore alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili del Comune di Firenze. La convinzione della centralità della cultura e dell’educazione nella trasformazione della società fu il filo conduttore del suo impegno politico, rivolto prevalentemente ai bambini, ai giovani e alle donne. Costruì, attraverso il Progetto Donna, un coordinamento tra le donne delle istituzioni e l’associazionismo femminista e femminile della città.
Il Premio Franca Pieroni Bortolotti è dal 2012 sotto l’egida del Consiglio regionale della Toscana. Le opere (tesi di laurea e di dottorato inedite in Storia delle donne e Storia di genere) che partecipano al Premio sono conservate nel “Fondo Franca Pieroni Bortolotti”, presso la Biblioteca delle Oblate dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze. Quest’anno la giornata della premiazione sarà l’occasione per ricordare Catia Franci a vent’anni dalla sua scomparsa.
Italicum, preferenze e bipolarismo temperato.
Dico la mia sulla riforma elettorale, quella proposta nell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Cercherò di spiegare perché ritengo le preferenze il male minore se si vuole superare il Porcellum, e perché bisogna stare molto attenti sulle “soglie” di accesso al Parlamento e su quella per il premio di maggioranza.
A me le preferenze non sono mai piaciute, e confermo la posizione, che è dovuta, come dirò, più all’esperienza personale “sul campo” che alle letture di testi specialistici. Non sono – purtroppo – una studiosa di sistemi elettorali, ho potuto capire alcune cose lavorando sulla nuova legge elettorale regionale, ma avrei materiali sufficienti per scrivere, partendo proprio dalla mia esperienza, un libro ben argomentato. Chissà.
Nella mia vita politica ho partecipato a elezioni quasi sempre con preferenze (tutte, tranne nelle regionali del 2010, ma il sistema elettorale regionale non l’ho votato io, nel 2004 non ero in consiglio regionale). Dunque, nonostante sia sempre stata eletta in confronti elettorali comunali con preferenza, e per due volte con innegabile successo personale, conosco bene cosa comportano, soprattutto per chi non vuole fare patti con il diavolo. Le preferenze nell’Italia di oggi hanno due grandi difetti: impongono una forte spesa ai singoli candidati (i quali operano praticamente da soli, il partito non fa nulla per loro); e mettono i candidati dello stesso partito più in competizione tra di loro che verso gli altri partiti, e alla fine non si capisce bene se un partito sopravvive ancora o è una mescolanza di interessi lontani. Il partito si struttura sulle preferenze, e se è fragile rischia di esserne sopraffatto, e di diventare una sommatoria di notabili. Dunque, se ci tieni a un partito forte e unito dovresti evitarle. Nei comuni è quasi impossibile, ma per il Parlamento e la Regione dovresti evitarle. Capisco perché, per altri percorsi, a questa stessa conclusione arrivano anche i partiti personali, e ancor di più quelli padronali. In un partito personale le preferenze favoriscono l’autonomia dal capo, ed è solo per questo che il capo non le vuole. Capisco anche perché il capo di un partito personale non vuole l’uninominale, poiché anche qui il candidato – pur designato da lui – “rappresenta” il partito sul territorio, e si sente più responsabile di fronte ai cittadini del proprio collegio. Perciò c’è come una spinta convergente: i partiti democratici cercano di evitare le preferenze per restare forti e uniti, i capi dei partiti personali cercano di evitare le preferenze per mantenere saldo il loro potere. La differenza tra i due è che i partiti democratici trovano nell’uninominale il migliore strumento per consolidare un rapporto intenso, democratico appunto, con il territorio, senza compromettere la propria vita interna, anzi migliorandola decisamente, mentre i partiti personali vedono anche nell’uninominale una mina vagante contro la leadership del capo. Il rischio di queste spinte convergenti è di trovare l’accordo su una via di mezzo, che è poi quella delle liste plurinominali bloccate, solo che, come cercherò di spiegare, il risultato è peggiore sia della soluzione uninominale sia della soluzione preferenze. Perché comunque, con tutti i difetti che hanno, la preferenze danno una risposta alla domanda di partecipazione degli individui.
Caliamoci ora nella vicenda italiana, quella del Porcellum e della crisi della rappresentanza politica. Le preferenze risolvono in modo semplice e diretto il problema della legittimazione degli eletti visto dalla parte dei cittadini. In momenti di forte semplificazione del dibattito pubblico, la percezione è immediata e diffusa, quasi tumultuosa. Quando, nell’Italia del Porcellum, si pone il problema di restituire potere agli elettori, la preferenza diventa subito un valore. Con questa percezione devi fare i conti, e se non vuoi le preferenze perché sei un partito democratico, il sistema migliore e più sperimentato, che mette insieme il potere di scelta dell’elettore e la forza e l’unità del partito, è, come ho cercato di dire, l’uninominale.
É con l’uninominale che il candidato e il partito sono un tutt’uno: so quale persona e quale partito voto, a me spetta la scelta su cosa deve prevalere, se il valore-candidato o il valore-partito, ma alla fine, nel processo di legittimazione, entrambi ne escono rafforzati. Questo tipo di scelta è invece preclusa nei listini bloccati, e altrettanto preclusa è la legittimazione unitaria, del partito e del candidato. L’elettore non può identificare uno dei candidati con il partito, e dunque non sa dove va a finire il suo voto. Sapere dove va a finire il tuo voto, cioè sapere a cosa serve, è il primo fattore di legittimazione della politica. Ed è per questo che la preferenza è, nella percezione di tutti, la soluzione più a portata di mano. Nell’uninominale domina un principio basilare, comune alla preferenza: il candidato può veramente essere eletto. Tutti i candidati possono essere eletti, perfino quelli dei partiti minori, se scatta un rapporto di fiducia del territorio. Nella lista bloccata plurinominale, invece, i candidati non hanno le stesse chances, non hanno le stesse possibilità; puoi essere il migliore, il più stimato, il più amato, ma se sei il n. 4 non vai da nessuna parte. Per dargli le stesse chances devi fare cose complicatissime, per esempio fare liste di due massimo tre candidati, e poi stabilire che vincono insieme, cioè devi riprodurre quasi la stessa situazione del collegio uninominale, solo estesa a tutti i candidati della piccola lista bloccata, cosicché quella sia proprio la “squadra” che si confronta con le altre “squadre”. Complicatissimo, quasi impossibile, anche se qualcuno (qualcuna) ci ha provato inventando il “binominale uomo-donna”. Ma non siamo a queste raffinatezze: le liste bloccate del sistema di cui parliamo non danno le stesse chances ai candidati, non aiutano l’elettore a fare una scelta sicura. Riproducono in piccolo il Porcellum, e questo gli elettori lo percepiscono (lo percepiranno) bene. Non c’è bisogno di una laurea in scienze politiche.
Cerco di farmi capire con un esempio. Mi piace molto il n. 3 della lista bloccata, gli altri decisamente no, ma non so se, votando la lista, contribuirò ad eleggere il candidato che mi piace. Nella lista plurinominale bloccata il partito non mi dice la verità su chi mi propone di fare la mia scelta rispetto agli altri partiti, mi dice solo: vota questa lista, poi si vedrà se il candidato che ti piace sarà eletto. Anzi, mi dice: questo lo metto in lista, dunque meriterebbe, ma da qui a eleggerlo ce ne corre. Se io voto perché c’è quel candidato e poi non lo trovo eletto, mi sentirò tradito. Che faccio, la voto quella lista?
La legge Mattarella era fondata sull’uninominale, ricordate? Aveva anche un piccolo listino regionale (sulla seconda scheda alla Camera) che si votata senza preferenza, per consentire un recupero proporzionale (25% dei seggi). Era una mediazione buona, perché l’elettore la scelta principale l’aveva, appunto nel collegio uninominale sia alla Camera che al Senato. Anche in Germania c’è un recupero proporzionale che sfugge all’elezione diretta, ma il cuore sono sempre i collegi uninominali. Il Francia poi c’è il doppio turno di collegio. In altri Paesi (Belgio, per esempio, e Svezia) ci sono altri sistemi misti di voto, con liste precostituite ma anche con voto di preferenza, sistemi un po’ complicati, nei quali però si può sovvertire l’ordine di lista del partito con un voto di preferenza elevato. In Europa, solo in Croazia, Islanda, Spagna e Portogallo i listini bloccati (a volte listoni) sono la regola. Se volete un quadro riassuntivo dei sistemi elettorali, date uno sguardo alla relazione presentata al Consiglio regionale dall’Ufficio e osservatorio elettorale della Regione Toscana. Devo dire che per chi, come me, sostiene la superiorità dell’uninominale è diventato difficile, dopo anni e anni di Porcellum, promuovere l’uninominale nei dibattiti pubblici e nei confronti con le persone. Fino a qualche giorno fa, qualunque cosa scrivessi di politica, era facile trovare uno che diceva: ma quando cambiate la legge elettorale regionale, quando cancellate i listini, quando mettete le preferenze? Cosicché, tra un po’, tra quelli che prima invocavano scelte dure e pure, mi sa che sentirò un’altra litania: ma quando cambiate la legge sulle primarie? quando le fate obbligatorie? Già qualcuno ha cominciato a dire così, amando l’Italicum “a prescindere” e più di quanto meriti.
In realtà, in Consiglio regionale è da tempo che abbiamo preso una decisione, che io stessa ho contribuito a determinare: la legge elettorale va cambiata, i listini vanno superati e i modi sono solo due: o con l’uninominale o con le preferenze su liste corte. Ormai siamo in dirittura d’arrivo: l’opinione prevalente tra le forze politiche (e anche nel PD) è fare piccole circoscrizioni (minimizzando così le spese della campagna elettorale dei candidati e la loro dipendenza da gruppi con forte potere economico) con piccole liste e voto di preferenza. Continuo a pensare che si potrebbe ancora lavorare per l’uninominale, ma la mia opinione è minoritaria: accetto dunque l’idea delle preferenze, con piccole liste e voto di preferenza “facilitato” (nella scheda si possono prestampare i nomi dei candidati, così si incentiva la scelta dell’elettore, evitando che si sia eletti con un piccolo numero di voti).
Queste due scelte alternative (uninominale o voto di preferenza in piccole circoscrizioni) sono sicuramente le migliori a disposizione. Tutto il resto è, secondo me, impraticabile, nel senso che non è in grado di dare risposta alla domanda di cambiamento del Porcellum. Perciò, è del tutto ovvio che, se viene presentato come inevitabile un voto su lista plurinominale, anche un “uninominalista” ti chiede di introdurre le preferenze. Non è che ha cambiato idea sulle preferenze, è che ragiona con serietà e coerenza rispetto alla forte esigenza di superare il vulnus del Porcellum. Smettiamola, perciò, di accusare gli uninominalisti di incoerenza, è proprio il contrario. Gli uninominalisti sono i primi (vero Giachetti?) che chiedono di superare decisamente il Porcellum, e se uninominale non può essere almeno sia piccola circoscrizione (come è nella proposta di Renzi) e voto di preferenza (come invece nella stessa proposta non è). Come si fa a non capire? Come si fa a pensare che si possano fare buone primarie (e farle solo come PD) mentre intorno è tutto un Porcellum in sedicesima? Questa è la nuova Repubblica?
E vengo alle primarie, presentate da alcuni come la quadratura del cerchio. Si dice: se si fanno le primarie, si può fare anche la lista bloccata, tanto l’ordine di lista è deciso democraticamente. Per questo, le primarie dovrebbero essere obbligatorie. Cioè, dovrebbe essere obbligatorio un sistema di preferenza tale e quale alle preferenze “istituzionalizzate”, solo fatto prima, tra un gruppo di elettori (la minoranza degli elettori, sempre una piccola minoranza), e proprio su liste, come nelle elezioni “normali”. Questa posizione è, come dirò, un po’ ipocrita, e ha il grandissimo difetto che si può applicare anche alle liste bloccate lunghe. A proposito, quand’è che una lista bloccata è lunga? Con trenta candidati o con dieci? E’ lunga o breve quella di sei?
Per favore, non prendiamoci in giro.
Prima di tutto, le primarie non si possono fare obbligatorie per legge, già il nostro sistema elettorale è complicato, già il contenzioso elettorale è micidiale, figuriamoci se possiamo portare davanti ai giudici anche i risultati delle primarie (questa è infatti la prima conseguenza se si impongono per legge). Le primarie servono ai partiti per fare buone scelte e trovare i candidati più competitivi, non devono stare nel procedimento elettorale in senso stretto. Dunque, non possono che essere volontarie. E infatti la legge toscana sulle primarie prevede che siano volontarie. E poi, cosa decisiva, le primarie hanno senso solo quando c’è il sistema uninominale, un po’ come succede per i sindaci. Si fanno per scegliere il candidato unico del partito in quel collegio, non per entrare in liste bloccate, altrimenti – è intuitivo – è più corretto sottoporre i candidati di una lista direttamente al voto di tutti gli elettori. Insomma, le primarie funzionano bene solo quando sono intimamente legate al sistema elettorale che identifica una persona con un partito (Parlamento, Regione) o con una coalizione (sindaco). Tutto il resto è un pasticcio.
Perciò, le parlamentarie del PD del 30 dicembre 2012 sono state solo un palliativo. E il problema è rimasto infatti lì immutato: se chiedete l’opinione di un qualunque elettore, ti risponde che tutti i parlamentari li considera “nominati” dai partiti, si il PD ha fatto le primarie ma non è cambiata la sostanza. Per favore, dunque, non arrampichiamoci sugli specchi, guardiamo alle cose come sono nella realtà: Berlusconi ha preteso il micro-Porcellum solo per portare in Parlamento i suoi nominati, solo gente che risponde solo a lui. Il micro-Porcellum è solo un Porcellum fatto per tranches, nulla di più. Questo discettare sul micro-Porcellum come se fosse la panacea di tutti i mali ha uno strano sapore. Vecchio.
Infine, le soglie di accesso al Parlamento sono, nella proposta PD-Forza Italia, micidiali. Non c’entra nulla il bipolarismo. Anche se io questo bipolarismo italiano forzato mi sembra abbia portato più disastri che vantaggi. E’ dal 1994 che l’Italia è forzatamente bipolare, e cosa è successo? A parte le parentesi di Prodi, abbiamo consegnato l’Italia nelle mani di un gruppo di potere senza limiti, aggressivo, devastante per la tenuta democratica del Paese. E poi, come si sa, il bipolarismo forzato non ha portato meno partiti ma più partiti, perché quando forzi costringi ad aggregazioni innaturali, destinate a scomporsi appena dopo il voto. É il bipolarismo forzato che s’è portato appresso, come unica via d’uscita alle crisi drammatiche che l’Italia ha vissuto, i governi di larghe intese, governi di necessità ma che diffondono la percezione dell’inutilità del momento elettorale. Purtroppo, anche il PD ha lavorato per il bipolarismo forzato, con quella idea della “vocazione maggioritaria” che non apprezzava alleanze, gioco di squadra, intesa politica con chi ti è più vicino, imponendo all’elettore una scelta drammatica: o con me o contro di me. E non mettendo nel conto che, quando poi l’elettore ti dice: contro di te, poi tutto diventa più difficile, e il vincitore prende le cose sul serio, non governa per il Paese, governa proprio contro di te. E per prima cosa fa il Porcellum.
Allora dobbiamo essere contro il bipolarismo? Neanche per sogno, ma l’Italia – Paese diviso e fortemente conflittuale – non può essere consegnata interamente nelle mani di una parte. Conviene alla democrazia che il bipolarismo sia temperato, consenta di fare un governo e di farlo durare, ma eviti che chi vince possa prendere tutto. Prendere tutto non significa solo “prendere i posti”; per un democratico evitare che chi vince “prenda tutto” significa garantire una dialettica politica intensa, che è utilissima per mantenere il nucleo essenziale dei propri diritti civili e politici costituzionali. Io voglio che il mio partito vinca e governi, ma voglio anche che ci sia un’opposizione plurale, perché solo l’esistenza di una opposizione plurale limita le tentazioni del potere assoluto, che perfino il mio partito può avere. Una buona democrazia è fatta di governo e di rappresentanza, le due cose ci devono stare insieme. Se io oggi, in nome del governo, distruggo la rappresentanza, magari contando sul fatto che vincerà proprio la mia parte, domani, quando vinceranno gli altri, mi troverò in una condizione di impotenza drammatica. Come è successo con i governi Berlusconi. Continuo a non capire che interesse ha il PD alla distruzione totale di partiti di una certa consistenza (Sel, Scelta Civica, Federazione della sinistra, Udc, Nuovo centro desta, Lega, Fratelli d’Italia) che possono stare in alleanze di governo temperando i partiti maggiori o anche stare fuori dal governo, senza che questo impedisca alle forze maggiori (PD, Forza Italia, M5S) di avere i numeri sufficienti per governare. Per governare non c’è proprio bisogno di uccidere il pluralismo. Per questo, il bipolarismo di cui ha bisogno l’Italia, deve essere un bipolarismo temperato. Questo comporta: soglie di accesso al Parlamento decenti (se in Germania c’è il 5% in un sistema proporzionale, non si vede perché in Italia, dove ci sarà il premio di maggioranza, non si possa accettare una soglia più piccola, anche il 4% come alle europee, e comunque se 5% deve essere non si capisce perché arrivare all’8% per i non coalizzati) che consentano di far vivere il pluralismo, e premi di maggioranza compatibili con la Costituzione (lo è il 18%?, secondo me no). Perciò, i premi di maggioranza (premi di governabilità) vanno dati a chi raggiunge un consenso alto, non basta il 35%, bisogna almeno superare il 40, sennò per dare il premio ci vuole il doppio turno. Nella proposta di Renzi, per fortuna, il doppio turno c’è, ma la soglia d’obbligo è troppo bassa, non solo giuridicamente troppo bassa (come dicono molti esperti), ma politicamente troppo bassa. Solo il doppio turno consente di far accettare un premio che fa arrivare il vincitore al 53-55% dei seggi.
Non sono cose complicate, sono cose ragionevoli. Soprattutto sono cose dannatamente moderne, cose che cercano di cambiare la politica di oggi. Cambiare si deve, ma si può farlo senza l’ossessione di vittorie elettorali a tavolino.
23 gennaio 2014
Interrogazioni
Qui di seguito c’è l’elenco delle interrogazioni che ho presentato. Tutte le mie iniziative (interrogazioni, mozioni, ordini del giorno, proposte di legge, proposte di deliberazione, proposte di risoluzioni, ecc.) si trovano nel sito del Consiglio regionale (clicca qui)
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- Interrogazione a risposta orale n. 1303 del 22 gennaio 2015 -In merito agli sviluppi della vicenda relativa alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze.
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- Interrogazione a risposta orale n. 1291 del 7 gennaio 2015 – In merito alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino.
- (vedi PDF)
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- Interrogazione a risposta orale n. 1281 del 16 dicembre 2014 – Per la salvaguardia del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio.
- (vedi PDF)
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- Interrogazione a risposta orale n. 1264 del 27 novembre 2014 – In merito al ricorso al TAR da parte di Enac contro la Regione al riguardo della lunghezza della pista dell’aeroporto di Firenze, e in merito alla necessità del pronunciamento del Consiglio Regionale su questo tema prima della fine della legislatura.
- (vedi PDF)
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Interrogazione a risposta orale n. 1159 dell’ 1 luglio 2014 – In merito ad un’informazione corretta e puntuale nei Consultori riguardo alla contraccezione e l’interruzione di gravidanza.
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- Interrogazione a risposta orale n. 994 del 13 settembre 2013 – In merito alla tutela e qualificazione dell’Area e del Parco di San Salvi in Firenze.
- (vedi PDF)
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- Interrogazione a risposta orale n. 948 del 7 giugno 2013 – In merito alla chiusura del servizio di IVG e dell’afferente ambulatorio e servizio di ginecologia di Borgo San Lorenzo.
- (vedi PDF)
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- Interrogazione a risposta orale n. 919 del 24 aprile 2013 – Sulle tempistiche certe per consentire l’applicazione concreta della legge sulla Cannabis Terapeutica.
- (vedi PDF)
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- Interrogazione a risposta orale n. 901 del 10 aprile 2013 – Sulla necessità di reperire ulteriori risorse per gli investimenti nel settore dei servizi all’infanzia.
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- Interrogazione a risposta orale n. 861 del 20 febbraio 2013 – In merito al controllo regionale sulla corretta applicazione della Legge 194/1978.
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Interrogazione a risposta scritta n. 500 del 13.1.2012 – In merito alle prospettive degli interventi educativi per la prima infanzia alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 92/2011.
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Interrogazione a risposta orale n. 455 del 16.9.2011 – Sulla realizzazione di un nuovo asilo nido aziendale a servizio del centro direzionale della Regione Toscana a Novoli.
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Interrogazione a risposta Orale n. 92 del 10.08.2010 – In merito alle condizioni in cui versa l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo.
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Interrogazione a risposta scritta n. 342 del 30.05.2011 – In merito alla redazione del bilancio di genere.
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Risposta a interrogazione n. 342 del 30.5.2011 – In merito alla redazione del bilancio di genere.
Leggi, proposte di legge e di regolamento
Qui di seguito c’è l’elenco delle proposte di legge che ho presentato. Tutte le mie iniziative (interrogazioni, mozioni, ordini del giorno, proposte di legge, proposte di deliberazione, proposte di risoluzioni, ecc.) si trovano nel sito del Consiglio regionale (clicca qui)
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- Proposta di legge n. 429 del 27 marzo 2015 – Durata in carica e riduzione dell’indennità del presidente e dei componenti del Co.re.com. Modifiche alla l.r. 22/2002.
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- Proposta di legge n. 428 del 26 marzo 2015 – Disciplina delle iniziative istituzionali del Consiglio regionale per la valorizzazione delle finalità statutarie. Abrogazione della l.r. 26/2001.
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Proposta di legge n. 424 del 19 marzo 2015 – Integrazione delle disposizioni procedurali sulla rendicontazione dei gruppi consiliari. Modifiche alla l.r. 83/2012. 24/03/2015 testo sostitutivo
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Proposta di legge n. 420 del 17 marzo 2015 – Modifiche alla legge regionale n. 46 del 2 agosto 2013 “Dibattito pubblico regionale e promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali”.
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Proposta di legge n. 415 del 11 marzo 2015 – Disposizioni in materia di valorizzazione e sostegno della cultura musicale di tipo bandistico amatoriale.
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Proposta di deliberazione n. 554 del 6 marzo 2015 – Dotazione organica di primo avvio delle strutture di supporto agli organismi politici del Consiglio regionale della decima legislatura, in attuazione dell’articolo 49, comma 4 ter, della legge regionale 8 gennaio 2009, n. 1 (Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale).
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- Proposta di legge n. 408 del 10 febbraio 2015 – Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2009, n. 3 (Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale).
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- Proposta di legge n. 399 del 14 gennaio 2015 – Disposizioni in materia di integrazione socio-sanitaria. Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.40 (Disciplina del servizio sanitario regionale).
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- Proposta di legge n. 398 del 13 gennaio 2015 – Norme in materia di anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali. Modifiche alla l.r. 61/2012.
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- Proposta di legge n. 389 del 15 dicembre 2014 – Modifiche alla legge regionale 15 dicembre 2009, n. 76 (Commissione regionale per le pari opportunità).
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- Proposta di legge n. 388 del 15 dicembre 2014 – Modifiche alla legge regionale 5 febbraio 2008, n. 4 (Autonomia dell’Assemlea legislativa regionale).
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- Proposta di legge n. 368 del 4 novembre 2014 – Disciplina transitoria per la sostituzione dei componenti decaduti del Consiglio regionale delle autonomie locali.
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Proposta di legge n. 361 del 7 ottobre 2014 – Modifica alla legge regionale 2 agosto 2013, n. 45 (Interventi di sostegno finanziario in favore delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà, per la coesione e per il contrasto al disagio sociale) in materia di misure di sostegno alle famiglie.
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Proposta di regolamento interno n. 18 del 30 settembre 2014 – Regolamento interno sul funzionamento della Biblioteca del Consiglio regionale della Toscana.
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Proposta di regolamento interno n. 17 del 30 settembre 2014 – Modifica dell’articolo 18 e inserimento articolo 18 bis del Regolamento interno di organizzazione del Consiglio regionale n. 16/2011.
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Proposta di legge n. 353 dell’ 8 agosto 2014 - Promozione della cultura e della pratica delle attività sportive e ludicomotorio-ricreative.
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Proposta di legge n. 347 del 23 luglio 2014 – Modifica legge regionale 23 luglio 2012, n. 40 (Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Regione Toscana).
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Proposta di legge n. 317 del 28 marzo 2014 – Disciplina dei cimiteri per animali d’affezione.
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Proposta di legge n. 318 del 28 marzo 2014 – Disciplina della Conferenza permanente delle autonomie locali. Abrogazione della l.r. 20/2007.
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Proposta di legge n. 313 del 4 marzo 2014 – Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale).
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Proposta di legge n. 312 del 4 marzo 2014 – Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n.41 (Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale).
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Proposta di regolamento interno n. 15 del 11 febbraio 2014 – Modifiche agli articoli 14 e 16 del regolamento interno 27 gennaio 2010, n. 12 (Regolamento interno dell’Assemblea legislativa regionale).
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Proposta di legge n. 306 del 6 febbraio 2014, 24 febbraio 2005, n. 41 (Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale).
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Proposta di legge n. 304 del 30 gennaio 2014 – Riconoscimento del ruolo sociale e culturale delle Società di Mutuo Soccorso ed interventi a tutela del loro patrimonio.
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Proposta di legge n. 295 del 28 novembre 2013 – Modifiche alla legge regionale 21 ottobre 1997, n. 76 (Riconoscimento e misure a sostegno dell’attività dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa “AICCRE” – Federazione regionale della Toscana).
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Proposta di legge n. 281 del 1 ottobre 2013 – Disposizioni per la celebrazione del 70° anniversario della Liberazione della Toscana
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- Proposta di legge n. 271 del 5 settembre 2013 – Modifica alla legge regionale 4 luglio 2013, n. 34 (Disciplina del sostegno regionale alle imprese di informazione. Modifiche alle leggi regionali 35/2000, 22/2002 e 32/2002).
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- Proposta di regolamento interno n. 11 del 22 luglio 2013 – Modifiche al titolo VIII del regolamento interno 24 aprile 2013, n. 20 (Regolamento interno di amministrazione e contabilità).
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- Proposta di regolamento interno n. 12 del 22 luglio 2013 – Modifiche all’articolo 56 del regolamento interno 22 novembre 2011, n. 16 (Regolamento interno di organizzazione del Consiglio regionale).
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- Proposta di legge n. 268 del 22 luglio 2013 – Contributo straordinario di solidarietà al carabiniere ferito nell’attentato del 27 aprile 2013 a Roma.
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- Proposta di legge n. 266 del 10 luglio 2013 – Disposizioni sull’utilizzo dell’avanzo di esercizio nel bilancio dei gruppi consiliari. Modifiche alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 83 (Disciplina del finanziamento dei gruppi consiliari. Abrogazione della l.r. 60/2000 e della l.r. 45/2005. Modifiche alla l.r. 61/2012).
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- Proposta di legge n. 261 del 27 giugno 2013 – Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2005, n.73 (Norme per la promozione e lo sviluppo del sistema cooperativo della Toscana).
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- Proposta di legge n. 259 del 14 giugno 2013 – Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali. Testo sostitutivo del 19/06/2013 con cambio titolo
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- Proposta di legge n. 254 del 5 giugno 2013 – Norme per il gioco consapevole e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico.
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- Proposta di legge n. 246 del 16 maggio 2013 – Istituzione della Fondazione Cultura Toscana. Sostegno alla fusione per incorporazione di Fondazione Orchestra Regionale Toscana, Fondazione Toscana Spettacolo e Fondazione Sistema Toscana nella Fondazione Cultura Toscana. Modifiche alla legge regionale 25 febbraio 2010, n. 21 (Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali). Abrogazione della legge regionale 31 luglio 2008, n. 42 (Riorganizzazione degli enti dipendenti e delle partecipazioni della Regione Toscana. Sostegno alla fusione della Fondazione Mediateca Regionale Toscana con la Fondazione Sistema Toscana. Modifiche alla legge regionale 31 dicembre 1984, n. 75 “Contributi alle fondazioni Orchestra Regionale Toscana, Toscana Spettacolo e Mediateca Regionale Toscana”. Abrogazione della legge regionale 2 maggio 1983, n. 20 “Costituzione della Mediateca Regionale Toscana”).
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- Proposta di legge n. 211 del 11 gennaio 2013 – Disciplina del sostegno regionale alle imprese di informazione. Modifiche alla l.r. 35/2000, alla l.r. 22/2002 ed alla l.r. 32/2002. Testo sostitutivo 25/01/2013
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- Proposta di legge n. 204 del 19 dicembre 2012 – Modifiche alla legge regionale 8 febbraio 2008, n. 5 (Norme in materia di nomine e designazioni degli organi amministrativi di competenza della Regione) in attuazione del d.l. 95/2012, convertito dalla l. 135/2012, e del d.l. 174/2012, convertito dalla l. 213/2012.
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- Proposta di legge n. 205 del 19 dicembre 2012 – Disciplina del finanziamento dei gruppi consiliari. Abrogazione della l.r. 60/2000 e della l.r. 45/2005. Modifiche alla l.r. 61/2012.
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- Proposta di legge n. 206 del 19 dicembre 2012 – Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2009, n. 3 (Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale)
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- Proposta di legge n. 161 del 12 giugno 2012 – Intervento di solidarietà per l’Emilia colpita dall’evento sismico del 20 e 29 maggio 2012.
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- Proposta di regolamento interno n. 9 del 29 maggio 2012 – Modifiche al regolamento interno 27 gennaio 2010, n. 12 (Regolamento interno dell’Assemblea legislativa regionale).
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- Proposta di legge n. 156 del 21 maggio 2012 – Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Regione Toscana.
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- Proposta di legge n. 149 del 19 aprile 2012 – Modifiche alla legge regionale 6 agosto 2001, n. 36 (Ordinamento contabile della Regione Toscana).
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- Proposta di regolamento interno n. 8 del 13 aprile 2012 – Modifiche al regolamento interno 27 gennaio 2010, n. 12 (Regolamento interno dell’Assemblea legislativa regionale)
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- Proposta di regolamento interno n. 6 del 14 dicembre 2011 – Modifiche al regolamento interno 30 luglio 2009, n. 11. Disciplina del rimborso spese per i componenti della Conferenza permanente delle autonomie sociali ai sensi dell’articolo 10 della legge regionale 4 aprile 2007, n. 20 (Disciplina della Conferenza permanente delle autonomie sociali).
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- Proposta di legge n. 127 del 13 dicembre 2011 – Modifiche alla legge regionale 6 ottobre 2010, n. 51 (Norme sull’iniziativa popolare delle leggi).
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- Proposta di regolamento interno n. 4 del 16 novembre 2011 – Regolamento interno di organizzazione del Consiglio regionale.
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- Proposta di legge n. 118 del 3 novembre 2011 – Soppressione dell’istituto del vitalizio per i consiglieri e gli assessori regionali. Passaggio al sistema previdenziale contributivo.
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- Proposta di legge al parlamento n. 1 del 3 novembre 2011 – Ulteriore revisione delle indennità dei consiglieri e degli assessori regionali quale misura premiale per la collocazione delle Regioni nella classe di enti territoriali più virtuosa di cui all’articolo 20, comma 3, del decreto – legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.
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- Proposta di legge n. 116 del 2 novembre 2011 – Intervento di solidarietà per la Lunigiana colpita dall’alluvione del 25 ottobre 2011.
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- Proposta di legge n. 117 del 2 novembre 2011 – Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2009, n. 3 (Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale).
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- Proposta di legge n. 109 del 12 ottobre 2011 – Denominazione dei beni del patrimonio regionale
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Legge regionale 28 luglio 2011, n. 34 – Parlamento regionale degli studenti della Toscana.
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Proposta di legge n. 118 del 3.11.2011 – Soppressione dell’istituto del vitalizio per i consiglieri e gli assessori regionali. Passaggio al sistema previdenzialecontributivo.
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Proposta di legge statutaria n. 2 del 3.11.2011 – Modifica degli articoli 6, 9, 31, 35 dello Statuto in materia di numero dei Consiglieri regionali e dei componenti della Giunta regionale e abolizione del vitalizio.
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Proposta di legge al Parlamento n. 1 del 3.11.2011 – Ulteriore revisione delle indennità dei consiglieri regionali e degli assessori regionali quale misura premiale per la collocazione delle Regioni nella classe di enti territoriali più virtuosi di cui all’articolo 20, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.
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Proposta di legge n. 109 del 12.10.2011 – Disposizioni in materia di attribuzioni toponomastiche di beni del patrimonio regionale.
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- Proposta di legge n. 10 del 18 giugno 2010 – Modifica alla legge regionale 23 novembre 2007, n. 62 (Disciplina regionale dei referendum regionali previsti dalla Costituzione e dallo Statuto).
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- Proposta di legge n. 11 del 18 giugno 2010 – Norme sull’iniziativa popolare delle leggi.
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- Proposta di legge n. 6 del 8 giugno 2010 – Modifiche alla legge regionale 9 gennaio 2009, n. 3 (Testo unico delle norme sui consiglieri e sui componenti della Giunta regionale).
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- Proposta di legge n. 7 del 8 giugno 2010 – Modifiche alle legge regionale 8 gennaio 2009, n. 1 (Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale).
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- Proposta di legge n. 2 del 7 maggio 2010 – Modifiche alla legge regionale 8 gennaio 2009, n. 1 (Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale).