Non smettete di ballare
Finalmente, sono andata a vedere Jimmy’s Hall. Dove si racconta della libertà, di pensare e di divertirsi, di una comunità irlandese degli anni 20 e 30, una storia vera di emancipazione popolare vissuta intorno a una vecchia sala da ballo, sport, cultura (oggi diremmo una Casa del Popolo) rimessa in funzione da un attivista di sinistra tornato al suo paese e alla sua anziana madre dopo dieci anni di esilio in America.
Tempo addietro ogni manifestazione di libertà individuale e collettiva, e perfino quella di ballare, leggere e divertirsi (più pacifica di cosi?) era accanitamente contrastata come manifestazione insopportabile di uguaglianza sociale da chi – padrone o proprietario terriero o chiesa di turno – lottava senza quartiere contro la modernità, e la chiamava comunismo. Succedeva tempo addietro, ma forse è bene ricordarselo, e non smettere di ballare.
E visto che siamo nei giorni degli auguri, in questa pagina nella quale parlo sempre rigorosamente di politica, approfitto di Jimmy’s Hall, che della politica mi ha fatto rivedere il lato sentimentale, e faccio così gli auguri per l’anno che viene: ballate, ragazze e ragazzi di ieri e di oggi, e fate sempre tutte quelle altre cose che vi fanno stare bene e soddisfano la vostra curiosità, insomma cercate la felicità dovunque, nella vita privata come in quella pubblica, perché è proprio nella ricerca della felicità, per noi stessi e per gli altri, che si rafforzano le motivazioni della vita attiva, si trova il coraggio di combattere piccole e grandi avversità e ingiustizie, e si ricostruiscono speranze che sembravano perdute.
A tutti, auguri di libertà.
Il Vesuvio
Si vede il Vesuvio? Di ritorno da Napoli dopo aver trascorso S.Stefano con l’altra parte della famiglia.
Che bellezza
Che bellezza….unica. Ogni tanto mi vengono questi attacchi di fiorentinite…sarà il Natale.
L’aberino di Natale
Prima di Natale sono riuscita anch’io a fare il mio alberino. È piccino, ma ne vado orgogliosa. AUGURI!
Il caso Province
RIFORMARE, NON DISTRUGGERE IL PUBBLICO. IL CASO DELLE PROVINCE.
In questi giorni le lavoratrici e i lavoratori delle Province, 4.500 in Toscana, sono in agitazione. Le cose si stanno mettendo decisamente male, per loro e per tutti noi, se non viene corretta la legge di stabilità. Che, in questo caso, dovrebbe essere chiamata “legge di instabilità”, per la confusione e i danni che rischia di produrre. Direi di più: c’è una specie di “crudeltà istituzionale” che trapela esplicita dalle norme, e che viene esercitata – purtroppo – facendo leva su una pubblica opinione disorientata e angosciata dalla pesantezza della crisi. Leggi oltre →
La sinistra c’è
La Sinistra c’è. Tanta, sorridente, con le idee chiare in testa. Siamo il futuro e la speranza
Sull’onestà
LA CORRUZIONE SI SCONFIGGE SOLO CON GLI ONESTI
Quello che succede a Roma sarà anche frutto di una situazione particolare, sarà anche il lascito di uno dei governi della città (sindaco Alemanno) più oscuri nella storia repubblicana, ma inevitabilmente chiama in causa un discorso più generale. Ed è quello che bisognerebbe fare, con fatica perché le cose non sono per nulla semplici. Non per noi, non per la sinistra e per il PD, da cui invece deve pretendersi qualcosa di più della giusta indignazione. Molto di più. Una lotta aperta e senza quartiere alle mafie non si fa se non si hanno antidoti alla corruzione. Poiché è nella corruzione dei comportamenti pubblici, dello stile di governo, dei modi di esercizio del potere che si annida la sconfitta della democrazia, la resa davanti ai poteri criminali. Leggi oltre →
Benvenuti in casa Gori
“Benvenuti in casa Gori” l’avevo visto quasi trent’anni fa. L’ho rivisto stasera al Teatro di Rifredi, stesse risate di cuore, stessa ammirazione per Benvenuti, e un po’ d’invidia per l’artista, che strappa tanti applausi, con una bravura che non tramonta. Beato lui. Io, dal canto mio, prima ho fatto un salto indietro, e ascoltando e sorridendo mi sono sentita come allora, come se il tempo non fosse passato. Poi, dopo il teatro, il mondo di oggi, e il Natale che arriva con mille speranze in meno di quelle dell’86.