Parole che mancano

settembre 20, 2014admin2014, da FACEBOOK0

Vorrei fare un post su qualcosa di importante, dire parole decisive, partigiane, forti come il momento richiede. Parole che possano scuotere chi mi sta vicino, e forse si è arreso. Ma non mi viene niente, stasera. Solo un po’ di tristezza a sentire il TG, e a guardare quelli di destra che si leccano i baffi. Farò le mie battaglie, poi si vedrà.

La tempesta di grandine

settembre 19, 2014admin2014, da FACEBOOK0

Senza parole.

 

 

LA NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE INCIAMPA SUBITO NEL RICORSO AL COLLEGIO DI GARANZIA STATUTARIA. CONVINCIAMO IL PD TOSCANO, QUALCHE FIRMA NON GUASTA.

settembre 19, 2014admin2014, da FACEBOOK0

La notizia è questa: quattro presidenti di gruppi consiliari (Ncd, FdI, Rifondazione comunista-Comunisti Italiani, UDC) hanno chiesto al Collegio di Garanzia Statutaria della Regione Toscana di pronunciarsi perché sia accertata la conformità allo statuto regionale di due norme (e di quelle collegate) della legge elettorale approvata l’11 settembre scorso: l’articolo 8, nella parte in cui prevede il listino bloccato regionale, e l’articolo 18 che stabilisce soglie di sbarramento alte, differenziate ed escludenti. I motivi ormai li conosciamo tutti: irragionevole diseguaglianza tra elettori, tra candidati, tra forze politiche. Leggi oltre →

Cara Mara

settembre 16, 2014admin2014, da FACEBOOK0

Marisa mi ha regalato questa bellissima foto di Mara, e io la regalo a tutte e tutti voi.

Il Comitato promotore del referendum sulla legge elettorale

settembre 15, 2014admin20140

Costituzione del Comitato promotore del referendum sulla nuova legge elettorale della Toscana

I sottoscritti, iscritte/i al Partito Democratico della Toscana si costituiscono in Comitato promotore del referendum sulla nuova legge elettorale della Toscana. Intendono, così, dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 42 dello Statuto del PD della Toscana, promuovendo la partecipazione a decisioni che direttamente interessano le iscritte e gli iscritti al partito e tutte le elettrici e gli elettori del PD sul tema del diritto di voto, primo ed essenziale diritto politico dei cittadini.

Il Comitato si considera a ogni effetto uno strumento di democrazia del Partito Democratico, opera per l’affermazione dei diritti delle iscritte e degli iscritti e, in quanto tale, chiede agli organi del PD della Toscana di essere messo in grado operare. A tal fine, chiede che gli sia assicurato il diritto di comunicazione a tutte le iscritte e a tutti gli iscritti del PD della Toscana e che gli sia dato accesso alla sede del’Unione regionale del PD.

Il Comitato opera per il successo del PD, nella vita politica della regione e nelle prossime scadenze elettorali.

Il Comitato intende modificare, mediante referendum deliberativo aperto alle elettrici e agli elettori del PD, l’orientamento recentemente assunto dal PD della Toscana su aspetti rilevanti della nuova legge elettorale, affinché il PD si impegni a dare alla Toscana una legge elettorale che restituisca integralmente alle elettrici e agli elettori il potere di scegliere le consigliere e i consiglieri regionali e garantisca a tutte le formazioni politiche uguale accesso all’istituzione regionale.

Il Comitato chiede, qualora raggiunga il numero di adesioni previsto dallo Statuto, che il PD organizzi il referendum presso ogni circolo, con assemblee cui partecipino esponenti del SI e del NO, raccolti anch’essi in distinti comitati, cui sia assicurato identico tempo di illustrazione delle rispettive posizioni. Sia poi stabilita la data di svolgimento del referendum e le sedi dei seggi e sia data adeguata informazione ai cittadini dei termini della questione dibattuta e delle modalità di voto. Un organismo di garanzia comune ai sostenitori del SI e del NO potrà assicurare che il processo democratico si svolga in modo trasparente, semplice e efficiente, garantendo la più larga partecipazione e la segretezza del voto. Cosicché il risultato sia accolto da tutti come la precisa, indiscutibile indicazione della volontà dei partecipanti.

Il Comitato avvia la raccolta delle firme dalla data del deposito dei quesiti del referendum presso l’Unione regionale del PD.

I quesiti referendari sono i seguenti:

Quesito n. 1 (Liste bloccate): Volete voi che la nuova legge elettorale della Toscana, ferme restando le garanzie per la parità tra uomini e donne, elimini tutte le liste bloccate, provinciali e regionali, di modo che siano gli elettori e le elettrici a scegliere direttamente tutti i consiglieri e tutte le consigliere regionali?

Quesito n. 2 (Soglia di sbarramento unica): Volete voi che la nuova legge elettorale della Toscana, fermo restando il premio di maggioranza per la coalizione vincente, preveda una soglia di sbarramento unica, al 3 per cento, come avviene nelle elezioni dei grandi comuni, per permettere che anche ai cittadini che scelgono di votare forze minori di essere democraticamente rappresentati?

In occasione della discussione sulla legge elettorale

Intervento in Consiglio regionale in occasione della discussione generale sulla legge elettorale

Daniela Lastri

Questa è una legge importante. È la legge che decide su come si esercita il diritto di voto, che tutti dovremmo volere libero e uguale. Aggiungo io: chiaro e inequivocabile.

Tutti i cittadini devono avere le stesse possibilità. Tutte le forze politiche devono essere messe su un piano di uguaglianza. Questa non è una posizione di parte, non è né una posizione di sinistra né una posizione di destra. È una posizione che fa appello ai principi fondanti della nostra Repubblica: rappresentatività del corpo elettorale, governabilità delle istituzioni, uguaglianza delle posizioni dei cittadini, delle forze politiche, dei candidati nel confronto elettorale. Negli anni passati, diversi sistemi elettorali hanno violato questi principi, e infine è giunta una sentenza della Corte Costituzionale che ha richiamato il legislatore al rispetto di questi valori. Il richiamo vale anche per noi.

Oggi siamo chiamati a dare il nostro voto e ad esprimere la nostra responsabilità. Le elettrici e gli elettori ci guardano, vedono cosa facciamo, il voto che diamo. Si aspettano di vedersi restituito pienamente il diritto di decidere chi li deve rappresentare e chi deve governare la Toscana. Se faremo questo, riconosceranno il merito non a questo o a quello ma a ciascuno di noi. Se faremo una cattiva legge, o se faremo una legge ad alto rischio di costituzionalità, prima ci criticheranno, poi si rivolgeranno ai giudici. Noi possiamo scegliere. Noi possiamo evitare di mettere la Toscana nel rischio della confusione istituzionale.

Le leggi elettorali non sono perfette, c’è sempre qualcosa che non va. Ognuno di noi ha maturato un’idea sul sistema elettorale migliore, e su come realizzare al meglio i principi repubblicani di cui parlavo. Però, il confronto sui sistemi elettorali, e anche la mediazione necessaria tra diverse soluzioni che sono considerate più idonee a rispondere alla conformazione dei partiti, alle loro dinamiche e alla loro tradizione, non può mettere in discussione quei principi, poiché essi appartengono alla Repubblica, cioè ai cittadini, e sono a noi indisponibiliNoi possiamo decidere, mediare, fare accordi, ma solo su quello che ci è disponibile, perché non siamo i padroni ma i servitori della Repubblica.

Nella nostra disponibilità c’è certamente il modello di elezione. Fatta questa scelta, dobbiamo avere l’assillo di rispettare quei principi, perché in ogni concreta legge sulle elezioni – ci è stato insegnato – il diavolo sta nei particolari. E così come avremmo dovuto avere massima cura nel rispetto dei principi, se avessimo deciso di costruire un sistema elettorale fondato sul collegio uninominale, allo stesso modo dobbiamo avere massima cura quando ci accingiamo a votare una legge fondata sul voto di preferenza, come avviene oggi, dopo una decisione assunta con faticosa mediazione tra le varie opinioni in campo.

Dunque, puntiamo sul voto di preferenza e su liste plurinominali in circoscrizioni piccole. Su questa scelta abbiamo innestato, nel corso di due anni di lavoro comune, altre importanti scelte, come il premio di governabilità, abbinato al doppio turno per l’elezione del Presidente della Giunta regionale, l’attuazione del principio della parità di genere, il voto di preferenza facilitato grazie ai nomi delle candidate e dei candidati stampati sulla scheda. Ognuna di queste scelte rispetta i principi di uguaglianza del voto, di uguaglianza delle forze politiche in competizione, di garanzia della governabilità. Anzi, devo dire che li può realizzare al meglio, rendendo la scelta forte e costituzionalmente salda. Attribuisco il merito di queste scelte a tutti noi: a quelli che le hanno proposte, a quelli che le hanno accettate, a quelli che non si sono opposti.

Il problema c’è quando, come avviene nella proposta di legge alla nostra attenzione, si toccano due questioni estremamente delicate: la riproposizione di una lista bloccata abbinata ad altra lista con preferenza, e le soglie di sbarramento alte, differenziate e escludenti. Qui i principi entrano drammaticamente in crisi. Il voto delle elettrici e degli elettori diventa diseguale; la posizione di parità delle forze politiche in campo è messa pesantemente in discussione. Gli effetti paradossali, e perciò incostituzionali, sono davanti agli occhi di tutti. Ed è un po’ strano (diciamo così) che si sia sottovalutato il parere giuridico degli uffici del Consiglio regionale, quando sul listino bloccato facoltativo recita: “In tal modo, si determinerà quindi un diverso peso dei voiti di preferenza tra una lista e un’altra, cosa che si presta certamente ad essere contestata in sede di controllo di costituzionalità”. Raramente ricordo un parere così netto. Siamo davanti a elettori che non determineranno tutti gli eletti, e a forze politiche che rischiano di essere escluse dalla rappresentanza a vantaggio di altre, pur avendo conseguito importanti e maggiori consensi. Fino ai paradossi estremi di candidati eletti nella lista bloccata regionale magari bocciati dagli elettori in quella con preferenze, e di forze politiche che complessivamente raggiungono il 9,9 per cento senza poter rappresentare in consiglio centinaia di migliaia di elettori. Se nel passato c’è stata scarsa attenzione a questi aspetti, e se nel presente altrove non si fa, non possiamo per questo autoassolverci. Oggi siamo noi a decidere.

Ricordo che in questo Consiglio regionale, nel marzo scorso, fu votato un ordine del giorno fortemente critico sulla riforma elettorale nazionale, che non si faceva carico – si disse – proprio dei problemi che qui richiamo. Anch’io votai quel documento, anche se non l’avevo presentato. E non l’avevo presentato perché mi sembrava strano criticare Roma senza aver risolto gli stessi problemi in casa nostra. Mi aspetterei oggi una maggiore coerenza.

Il mio invito è questo: mettiamo da parte le esigenze di parte, torniamo ai principi che, sono sicura, condividete con me, e diamo insieme alla Toscana una legge elettorale coerente, salda, costituzionale.

Chi verrà dopo di noi in questo Consiglio sia dunque l’espressione genuina del nostro popolo e dei nostri partiti, frutto di coalizioni vere, fatte per convinzione e non per convenienza, e di rappresentanza di orientamenti tutti meritevoli, per consenso uguale, di costruire la Regione del futuro. Diamo alla Toscana la legge elettorale che merita.

C’è un problema politico, per molti di noi. Non lo nascondo, è chiaro a tutti. La legge di cui discutiamo è frutto di due azioni: un’azione comune svolta nel Gruppo di lavoro del Consiglio regionale, che la legge assume; e un accordo che sui due punti essenziali che ho richiamato va oltre, rappresentando un altro approdo, un’altra mediazione.

Noi possiamo dire: “E così sia”. Oppure possiamo ricordare a noi stessi che il Gruppo di lavoro lo facemmo proprio per evitare accordi limitanti, e per metterci tutti sullo stesso piano. Con una forza consiliare diversa, certo, da tenere in alta considerazione, ma tutti sullo stesso piano istituzionale. Non dicemmo: sia la maggioranza a presentare una proposta di legge e ad affrontare il confronto con le minoranze. Dicemmo: proviamo a parlare tutti insieme, ad approfondire, e a vedere se raggiungiamo un’intesa larga, la più larga possibile tra i gruppi consiliari. Questo programma è venuto meno proprio quando eravamo in dirittura d’arrivo. Dovremmo invece, riprenderlo, e perciò tenere in considerazione la lettera la lettera inviata ieri proprio dai consiglieri Magnolfi, Del Carlo, Donzelli, Sgherri, Romanelli e Chincarini che ci chiedono un ultimo sforzo per miogliorare la proposta che discutiamo.

Sono convinta che le colleghe e i colleghi del mio gruppo, o comunque la maggior parte di loro, riconoscono il buon diritto di sostenere posizioni diverse, su questioni di così rilevante interesse per l’istituzione e per l’attuazione dei principi che ho richiamato. Perciò, insieme ad altre consigliere e consiglieri, abbiamo presentato alla vostra attenzione pochi essenziali emendamenti al testo in discussione.

Vi dico questo non certo per sollevare qui – nell’istituzione – questioni che attengono alla dialettica dei partiti. Vi dico questo perché tutti noi siamo nella stessa identica posizione, ad ognuno di noi spetta di sciogliere il suo dilemma, ed io sento il dovere – più ancora che il diritto – di farlo secondo le mie convinzioni, maturate in un dialogo politico e tecnico di due anni di lavoro comune. Ognuno di noi, nessuno escluso, racconterà domani ai cittadini di come ha sciolto il suo dilemma. Questo è, se volete, il grande pregio della democrazia, la forza stessa delle istituzioni democratiche.

Firenze, 10 settembre 2014

Il Gruppo di lavoro sulla legge elettorale

Il Gruppo di lavoro del Consiglio regionale sulla legge elettorale: Comunicazione al Consiglio 

Daniela Lastri

Gentile Presidente, colleghe e colleghi consiglieri,

con la seduta del 23 luglio 2014 si è conclusa l’attività del Gruppo di lavoro sulla riforma elettorale, di cui sono stata coordinatrice.

Voglio qui anzitutto ringraziare tutte le colleghe consigliere e i colleghi consiglieri che a vario titolo vi hanno partecipato, il Segretario del Consiglio regionale e tutti i funzionari del Consiglio e dell’Osservatorio elettorale della Giunta, che hanno assicurato il loro prezioso supporto, con la professionalità e la competenza che erano richieste.

L’8 agosto ho consegnato la relazione sull’attività del Gruppo di lavoro, adempiendo a una espressa richiesta dei componenti del Gruppo stesso. Credo che i materiali saranno pubblicati, del resto costituiscono attività istituzionale di primaria rilevanza.

La relazione è stata trasmessa a ciascuno di voi, e ciò mi consente di presentarla in modo sintetico, anche perché oggi è, infine, all’esame e al  voto del Consiglio le varie proposte di legge presentate in questi anni e in queste ultime settimane, tra cui la proposta di legge 348, che ha ricevuto il voto favorevole della Commissione consiliare competente, la Commissione Affari istituzionali. Questa proposta, come tutti sappiamo e per le ragioni che emergeranno nel corso del dibattito che da qui a poco svolgeremo, non  è sottoscritta dalla maggioranza dei componenti del Gruppo di lavoro, e tuttavia sarebbe ingeneroso – verso i consiglieri presentatori ma soprattutto verso l’attività del Gruppo di lavoro – non rilevare che essa raccoglie alcune importanti indicazioni e gli approdi emersi nel corso di due anni di discussioni e approfondimenti, risolvendo invece in altro modo alcuni passaggi chiave. Considero aspetti condivisi l’attuazione del principio della parità di genere, il voto di preferenza agevolato donna-uomo, le liste plurinominali in circoscrizioni piccole, il premio di governabilità collegato al doppio turno per l’elezione del Presidente della Giunta regionale in caso di mancata elezione con più del 40%. Punti importanti di contatto tra le diverse opzioni in campo, che sono un patrimonio da non sottovalutare.

Quando cominciò questo lavoro, ebbi modo di invitare tutti a fare discussioni nel merito, anche mettendo nel conto di cambiare in corso d’opera le proprie convinzioni iniziali a seguito del confronto con gli altri. L’obiettivo, dicevo, era di dare alla Toscana una buona legge, nella quale, al di là degli interessi particolari, si costruissero le condizioni per una competizione vera, trasparente, efficace. Questo è stato, a mio giudizio, l’effettivo svolgimento delle cose: la progressiva enucleazione delle scelte fondamentali maggiormente condivise, nelle quali ciascuno, compresa la sottoscritta coordinatrice, ha dato il proprio contributo in situazione di parità, cedendo qualcosa delle proprie posizioni originarie in vista dell’obiettivo comune, cercando di convincere gli altri nel merito, e prendendo atto delle soluzioni e dei suggerimenti tecnici e del formarsi di opinioni maggioritarie, anche in considerazione del sostegno che avrebbero avuto queste posizioni in Consiglio.

Resto convinta che il gruppo di lavoro era ormai in grado di pervenire a un testo base largamente condiviso che, per come era stato costruito, avrebbe consentito a tutti di riconoscere, nel voto finale del Consiglio, il contributo dato da ciascuno. Questo esito, mi auguro, non è ancora precluso.

Nella mia relazione, ho raggruppato l’attività del Gruppo di lavoro in tre periodi:

  • una prima fase preliminare-ideativa: si fissano obietti e metodo di lavoro, si studiano i materiali selezionati, si sollecitano i gruppi politici a elaborare proposte e documenti di orientamento;
  • una seconda fase istruttoria: si lavora sulle opzioni formulate dai gruppi politici, se ne verifica la fattibilità, e infine si predispone – tra fine luglio e inizi agosto 2013 – un atto di indirizzo del gruppo. L’atto di indirizzo è del 9 agosto 2013 ed è approvato da tutti, ad eccezione del rappresentante di F.I.;
  • infine la terza fase deliberativa, nella quale si prende a riferimento un testo di legge (testo PD del 30 gennaio 2014) e ci si lavora sopra.

Di ciascuna di queste fasi si dà conto nella relazione, evidenziando le posizioni emerse e il formarsi di orientamenti maggioritari.  Segnalo che il metodo adottato ha puntato a evitare pronunciamenti a colpi di maggioranza. In questo contesto, ho cercato di volta in volta di riassumere le questioni e di segnalare gli approdi che mi sembravano rappresentare punti di vista che avrebbero consentito di conseguire maggiori consensi. L’intenzione era di riservare infine alla fase effettivamente deliberativa il momento di espressione delle posizioni finali di ciascuno in condizioni di ascolto reciproco.

I lavori del Gruppo sono stati ovviamente condizionati, anche nei tempi, dalle influenze provenienti da un ambiente esterno particolarmente dinamico e in rapida evoluzione proprio su punti di strettissima attinenza con l’attività svolta, come le tornate elettorali, i cambi di leadership dei partiti, la formazione di nuovi gruppi consiliari, e soprattutto la fondamentale sentenza n. 1/2014 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune norme cardine del sistema elettorale del Parlamento nazionale.

La ovvia permeabilità del Gruppo rispetto ai fatti citati, unitamente alla complessità dell’impegno assunto, hanno fatto sì che il progredire dei lavori sia stato non solo inevitabilmente lungo, ma anche soggetto a frequenti cambi di velocità, a lunghe fasi di riflessione e attesa di esiti di eventi esterni rilevanti (es. esiti della commissione nazionale sulle riforme costituzionali e elettorali, sentenza della Corte Costituzionale sul cd. Porcellum), seguite poi da rapidi progressi, talvolta perduti o congelati a lungo, come è del tutto evidente possa accadere rispetto a un tema di così forte sensibilità politica. Ugualmente evidente è poi il costante sviluppo di relazioni politiche istituzionali ed extraistituzionali con le organizzazioni politiche esterne e di queste fra loro con tavoli paralleli e negoziati bilaterali, che tuttavia hanno sempre trovato nel Gruppo di lavoro il naturale centro di gravità e il necessario contesto di rappresentazione formale.

Richiamo dalla mia relazione quelli che considero i tre momenti chiave che hanno contraddistinto l’attività del Gruppo:

a) l’adozione, il 9 agosto del 2013, del documento di indirizzo, cui non aderì solo il rappresentante del Pdl, sulla base di considerazioni che, tuttavia, sono state poi in gran parte recepite dal testo posto a base del lavoro del Gruppo il 30 gennaio 2014;

b) l’adozione del testo base, presentato dal presidente del gruppo del PD il 30 gennaio 2014, che sviluppa uno dei due modelli previsti nell’atto di indirizzo (voto di preferenza con liste circoscrizionali corte) e introduce le importanti novità del ballottaggio per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e delle preferenze agevolate;

c) la presentazione, per iniziativa del presidente del gruppo del PD, di un nuovo testo nella seduta del 19 giugno 2014 (testo 13 giugno), nel quale si operano modifiche significative rispetto a quello in esame dal Gruppo, le principali delle quali sono le soglie d’accesso differenziate, la differenziazione del premio di maggioranza, l’introduzione del listino regionale facoltativo, la possibilità di presentare candidature plurime in tre circoscrizioni, la riduzione del numero delle firme necessarie per la presentazione. Dalla relazione è possibile ricavare quali di queste modifiche raccoglievano indicazioni sostenute da componenti del Gruppo, quali avevano visto una espressione nettamente sfavorevole, e quali avevano il carattere dell’assoluta novità.

La relazione dà conto del dibattito che si è sviluppato nel Gruppo su questi passaggi chiave. Chiaramente, il dibattito sul testo presentato il 19 giugno assume una rilevanza decisiva. Nella relazione si dà conto sia del vivace dibattito che si svolse nella seduta del 19 giugno, sia delle riflessioni svolte nella seduta successiva del 14 luglio intorno alle note giuridiche elaborate sui punti più spinosi (listino bloccato regionale e soglie di sbarramento differenziate), sia della ricognizione conclusiva, da me fatta nella seduta del 21 luglio, nella quale si individuavano la persistenza solo di poche questioni ancora divisive, mentre l’impianto generale del testo risultava, a mio avviso, sufficientemente condiviso. Ricordo quella ricognizione:

  • nel merito della rappresentanza dei partiti minori nelle circoscrizioni più piccole, non esistevano, allo stato attuale, sistemi in grado di assicurala senza incorrere in esiti paradossali e ancor più negativi;
  • rispetto al listino bloccato facoltativo, presi atto del prevalere, all’interno del Gruppo di lavoro, di un giudizio di non positività, che dichiarai di condividere anche in qualità di Coordinatrice, assumendo le conclusioni delle note giuridiche agli atti che ne evidenziavano i manifesti profili di illegittimità costituzionale;
  • per quanto attiene alle soglie di sbarramento multiple, osservai che la nota giuridica trasmessa si esprimeva in termini problematici, facendo emergere l’opportunità di una soglia unica fissata in una quota percentuale ragionevole (ad esempio il 3%);
  • per quanto atteneva il tema delle firme a sostegno delle liste circoscrizionali, illustrai l’ipotesi di accompagnare la riduzione del 40% ad una parametrazione delle firme strettamente proporzionale alla popolazione residente nelle distinte circoscrizioni, e non per scaglioni, al fine di rendere omogeneo sul territorio lo sforzo per la loro raccolta e autenticazione.

A mio avviso, come ricordo nella relazione, il Gruppo avrebbe potuto convergere su un testo finale da rimettere al voto dell’aula entro la fine di luglio, affidando a quella sede anche l’esame di ordinari emendamenti al testo.

Infine, la relazione ricostruisce le ulteriori proposte formulate nel corso della seduta del 23 luglio dal presidente del gruppo del PD, derivanti da una mediazione, condotta al di fuori del Gruppo, e finalizzata ad acquisire il pieno sostegno di Forza Italia alla riforma della legge elettorale. Si tratta del momento conclusivo del lavoro del Gruppo, che determina una oggettiva separazione delle posizioni, resa infine esplicita con l’approvazione di un documento di sostegno al testo PD del 13 giugno, privato della norma sul listino regionale e modificato nella indicazione della soglia di sbarramento al 3%. All’approvazione di questo documento non parteciparono i rappresentanti del PD, di Forza Italia e di Toscana Civica TCR. Ovviamente, in considerazione della frattura del Gruppo di lavoro e dell’impossibilità di pervenire a una sintesi efficace, io mi sono astenuta sul documento votato.

I firmatari dell’intesa raggiunta fuori dal Gruppo di lavoro hanno poi trasfuso il testo nella pdl 348, oggi all’esame del Consiglio.

Questo, in poche parole, è il contenuto della relazione da me presentata.

Permettetemi solo una considerazione finale. Quando ho assunto il compito di coordinare il Gruppo di lavoro, l’ho fatto nella convinzione che il metodo prescelto fosse il migliore, e ho cercato di farmi carico delle esigenze di ognuno, e ancor più perché ero convinta che la legge elettorale regionale – per quanto inevitabilmente sottoposta a tensioni politiche – dovesse essere frutto di un lavoro comune. Per me lavoro comune significava soprattutto farsi carico, pur nella diversità delle opinioni, delle ragioni degli altri, cosicché anche nel voto finale, anche nell’espressione delle diversità, si potesse riconoscere il valore di quel lavoro, la capacità di stare nel merito, la volontà di raggiungere comunque un risultato per tutti importante. Speravo che le diversità, quando sarebbero giunte a manifestarsi, avrebbero testimoniato il reciproco riconoscimento di una tensione unitaria. Questo significava per me cercare di interpretare al meglio un ruolo dal carattere prettamente istituzionale.

Perciò, il sostanziale venir meno del progetto originario che diede vita al Gruppo di lavoro, è per me motivo di preoccupazione, poiché potrebbe confermare l’idea che organismi di questo tipo sono ormai superati da un incedere del dibattito politico molto difficile. Auspico che la discussione che ci apprestiamo a fare, e a cui parteciperò da semplice consigliera, tenga comunque conto, anche nelle relazioni tra le forze politiche, allo stesso modo sia dei punti di condivisione faticosamente raggiunti sia dei punti di contrasto, in un dibattito franco, fatto anche di espressioni di voto diverse, ma attento all’obiettivo comune di dare alla Toscana una buona legge elettorale.

Firenze, 9 settembre 2014

Il dolore al collo

settembre 12, 2014admin2014, da FACEBOOK0

“Daniela, com’è andata sulla legge elettorale? T’ho vista alla tv, pochi secondi…”. “Babbo, ho fatto il mio dovere, ho detto come la pensavo.”. “Hai fatto bene. E il dolore al collo? Vieni, ti faccio l’iniezione di Voltaren.”

CONSIDERAZIONI (NON FINALI) SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE TOSCANA

settembre 11, 2014admin2014, da FACEBOOK0

Dopo la defatigante maratona consiliare sulla legge elettorale regionale, mi sono tornate le forze, e allora metto per iscritto le mie considerazioni.

Intanto, con le consigliere e i consiglieri regionali del PD Vanessa Boretti, Aldo Morelli, Gianfranco Venturi, Pier Paolo Tognocchi, Lucia Matergi, Fabrizio Mattei abbiamo fatto un comunicato-stampa che qui vi riporto per intero:

“Infine la nuova legge elettorale toscana è stata approvata, senza accettare emendamenti migliorativi che avevamo proposto (tranne sull’articolo 24: eliminazione dell’opzione per gli eletti in più circoscrizioni). Purtroppo dobbiamo constatare che l’accordo con Forza Italia era talmente blindato da impedire  modifiche di assoluto buon senso, che avrebbero messo a riparo la legge da vizi di illegittimità costituzionale senza compromettere le cose buone che contiene e che anche noi abbiamo messo in luce nel dibattito. Leggi oltre →

LE DIECI DOMANDE AL MIO PARTITO SULLA RIFORMA ELETTORALE E LE (MIE) RISPOSTE

settembre 7, 2014admin2014, da FACEBOOK0

Attendo risposte alle “Dieci domande al mio partito” sulla legge elettorale toscana. Finora niente, e allora ripeto le domande, provando a darle io quelle risposte.

1. Perché il PD ha fatto, all’ultimo minuto, l’accordo con Forza Italia sulla legge elettorale regionale? Mia risposta: E’ una domanda a cui non so rispondere. Però so quali sono le risposte sbagliate. È sbagliato dire che non c’erano le condizioni per l’accordo con le altre forze consiliari, complessivamente più rappresentative di Forza Italia: quell’accordo era a portata di mano e io ne sono testimone. Bastava risolvere il problema delle soglie di sbarramento, problema minimo, visto che con un consiglio regionale di 40 consiglieri c’è già una soglia di sbarramento naturale al 2,5%. È anche sbagliato dire che Forza Italia è il secondo partito, il primo dell’opposizione, poiché è noto a tutti che il secondo partito, il primo dell’opposizione, è il M5S, oggi non rappresentato in Consiglio regionale. L’unico dato certo, sulla base dei risultati elettorali delle europee, è che Forza Italia da sola vale 4 seggi, mentre in coalizione con partiti che non raggiungono il 3% arriva a 7 seggi. A proposito, come è oggi evidente a tutti, le forze minori discutevano dell’entità del premio di maggioranza (nessuna di loro ha mai messo in discussione che un premio di maggioranza ci dovesse essere) solo perché chiedevano, giustamente, di essere trattate con un principio di uguaglianza, senza privilegiare l’una o l’altra nel riparto degli altri seggi. Leggi oltre →

RANDOM GALLERY
assemblea2 daniela_7 dsc_1883 dsc_1873 daniela_6 dsc_2084
VI SEGNALO
CERCA NEL SITO
SEGUIMI anche SU: