Sui fatti dell’Olimpico
Non mi fa specie che, in mezzo a botti e fumogeni e a rischi di incolumità per 60 mila persone, i rappresentanti dello Stato (e quelli delle società di calcio) applichino strategie di riduzione del danno. Mi fa specie che, quando tutto è finito, nessuno sia punito. E che De Laurentiis non proferisca parola contro i violenti. Attendo di leggere domani sui giornali quante denunce e fermi sono stati fatti.
Il Primo Maggio, la festa
Da tanti, troppi anni il Primo Maggio non è solo una festa, festa dei diritti e del progresso, delle conquiste e del ringraziamento verso chi ne è stato protagonista. Da un po’ di anni il Primo Maggio è una festa difficile da vivere solo col sorriso. Eppure non riesco a smettere di pensarla come una festa. E spero che anche voi l’abbiate, almeno per un po’, vissuta così. Viva il Primo Maggio!
Il 25 aprile, vent’anni fa
Un gesto di trasparenza
Vedo che alcuni commentatori dicono che la “declassificazione” dei documenti sulle stragi di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, rapido 904, firmata in questi giorni dal presidente Renzi, sarebbe una cosa minore, una semplice attuazione di una legge esistente, la 124 del 2007. Sarà anche un’attuazione, ma per me è un gesto molto importante, un gesto di trasparenza e di serietà, che lo Stato doveva ormai da tempo alle vittime delle stragi, ai loro familiari e a tutti gli italiani. L’ha fatto Renzi, e a lui va il merito di questa piccola grande cosa normale.
Babbo cuoco
Pasqua in famiglia. Pranzo speciale, babbo cuoco, a base di tortelli alla mugellana fatti in casa, tradizione non mente. Auguri a tutti.
Ricordo di Teresa Mattei
Ricordare Teresa Mattei a un anno dalla scomparsa non è stata una cosa ordinaria, lo abbiamo fatto in Regione il 14 aprile. Molte donne dovrebbero esserle grate per quello che Teresa ha rappresentato nella Costituente e per quello che ci ha insegnato in tanti anni di militanza politica e sociale: autonomia, indipendenza di giudizio, impegno assiduo per le donne e per l’infanzia. A 17 anni, in pieno fascismo, quando il suo insegnate di scienze cominciò a far propaganda razzista contro gli ebrei, Teresa si alzò dal suo banco e se ne andò via: “Esco perché non voglio assistere a questa vergogna”. Fu cacciata da tutte le scuole del Regno. Difficile Teresa, una vita controcorrente vissuta per la giustizia e per la libertà.
La strage di Berceto
Oggi sono stata alla celebrazione del 70º anniversario della strage di Berceto avvenuta il 17 aprile 1944. Furono 11 le vittime innocenti, dai 3 anni agli 81. Se potete leggete il libro di Lazzaro Vangelisti, sopravvissuto alla strage nella quale ha perso la moglie e quattro figlie. Non riuscirete a staccarvene fino a che non l’avrete finito.
Due buone notizie
Stamani due buone notizie. La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma della legge sulla procreazione assistita che vieta l’eterologa nei casi di infertilità assoluta. A Grosseto il Tribunale ordina al comune di iscrivere nei registri di stato civile il matrimonio di due uomini celebrato nel 2012 a New York. Mi aspetto urla di protesta. Ma i diritti civili non hanno confini, prima o poi bussano alla porta, e le democrazie non possono tenerla chiusa per troppo tempo.
L’Italia della legalità
Al centro eventi di Spazio Reale finisce stasera una tre giorni importante, organizzata dall’Associazione nazionale legalità e giustizia, che ha messo insieme tantissimi protagonisti dell’Italia della legalità, riproponendo le storie, le parole e le immagini di chi ha fatto qualcosa di importante per tutti noi. Anch’io ci sono passata più volte, e mi sono emozionata a ritrovare persone che ho conosciuto, e ad ascoltare storie che non sapevo. Molte cose sono cambiate, e molte altre no. Grazie a tutti quelli che hanno voluto dirci quanto c’è ancora da fare.
Fernanda non voleva vedere
Oggi ho partecipato alla presentazione di un libro molto toccante dal titolo “Non volevo vedere”. Fernanda, l’autrice, racconta gli anni passati con il marito, le innumerevoli minacce e violenze e, infine, il tentativo di ucciderla, il suo ferimento, la morte della sorella. Fernanda, sopravvissuta a tanto male, è rimasta cieca, e ha scritto la sua storia per tutti noi, per aiutarci a non rinunciare a esserci, collettivamente, individualmente, nella battaglia contro la violenza sulle donne. Leggere il suo libro è difficile, lo so, un po’ ti strappa il cuore, ma ve lo consiglio perché aiuta a capire quanta strada abbiamo ancora da fare, quante azioni collettive dobbiamo mettere in campo senza stancarci mai. E a essere vigili anche come individui. Dovunque può esserci una donna che ha bisogno di noi, se ci capita non tiriamoci indietro.