Deborha il censore
Deborah Serracchiani ha subito interpretato il suo ruolo. Censore. E’ atteso il ricorso alla commissione di garanzia contro il Presidente Grasso (che, se non sbaglio, non è nemmeno iscritto al PD). Si prepari, comunque, a farne tanti. Non è detto che, per la prima volta nella storia repubblicana, si cambi radicalmente la Costituzione senza dibattito. PS: ma non si doveva fare una camera di 450-500 deputati e un senato delle regioni (in Germania sono solo 69 i componenti della camera delle regioni)? Boh!? Misteri del nuovo corso.
Lo Stato stavolta c’era
20 anni all’ex fidanzato di Lucia Annibali sono tutti meritati. Una sentenza giusta, lo Stato stavolta c’era, e tante donne ora sanno che possono provare a uscire dalla solitudine e dalla paura. A Lucia e a tutte le donne che soffrono per le violenze facciamo sentire la nostra solidarietà.
La primarie a sindaco
Nonostante tutto la partecipazione alle primarie c’è stata,non eccezionale, ma 11000 cittadini e cittadine hanno detto la loro affidando a Dario Nardella (complimenti!) un compito importantissimo. Le diversità si sono fatte sentire,come lo consentivano le condizioni di partenza, ma si sono fatte sentire, senza veli o timori, raccogliendo poco, è vero, ma in modo pubblico, come si conviene a chi ha qualcosa da dire. Grazie a tutti e tutte, e soprattutto ad Alessandro Lo Presti, che con coraggio, semplicità e passione ha portato nelle primarie temi difficili, non convenzionali. E ha dato a un gruppo molto bello di persone, che fa politica attiva nel PD e in associazioni d’impegno civile, l’opportunità di raccontare una politica diversa. Tutto cambia, nulla si distrugge,nemmeno le idealità e le utopie, e nemmeno il tempo che gli hai dedicato. La ricerca della felicità pubblica è anche questo, un impegno che dura nel tempo.
20 marzo per la Felicità
Oggi è la Giornata Internazionale della felicità indetta dall’ONU. Se ne parla poco in giro, ma a Firenze se ne parla. Grazie anche a quelli che dicono ” Una città felice migliora la tua vita”.
“La felicità non è né una frivolezza né un lusso. Si tratta di un anelito profondo condiviso da tutti gli esseri umani e non dovrebbe essere negato a nessuno. Questa aspirazione è implicita nell’impegno della Carta delle Nazioni Unite per promuovere la pace, la giustizia, i diritti umani, il progresso sociale e il miglioramento degli standard di vita. Ora è il momento di trasformare questa promessa in azione concreta per sradicare la povertà, promuovere l’inclusione sociale e l’armonia interculturale, garantire il sostentamento dignitoso e proteggere l’ambiente. Queste sono le basi per la felicità umana e il benessere” si legge nel messaggio lanciato in occasione di questa giornata dal Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Espellere i mendicanti?
Consiglio la lettura di questo post di Alessando Lo Presti. Ci vorrebbero persone come lui a governare Firenze.
“Espellere i mendicanti dalla città è un gesto che dovrebbe ripugnare a ogni persona civile. Ieri i lavavetri, oggi i mendicanti. Comprendo che si voglia reagire (giustamente) a chi organizza a suo profitto lo sfruttamento dell’immagine della sofferenza, ma se c’è il rischio di cacciare un solo vero sofferente quella misura è inaccettabile. Non si deve fare nulla? No, si può fare molto. La prima cosa è farsi carico della sofferenza, e una grande e ricca città può farlo, deve farlo. Ogni persona in situazione di disagio estremo ha diritto ad avere assistenza (un tetto, umile che sia, ma
un tetto decente, magari condiviso, non un giaciglio che ti accoglie solo per dormire poi via per la strada; tre pasti al giorno; indumenti essenziali per la cura personale; cure sanitarie) perché quella persona – anche nell’indigenza – possa vivere con dignità, ricevendo dalla società e dando alla società quello che può (la cura di uno spazio pubblico, giardino, strada, sottopasso che sia; la sorveglianza di un monumento; insomma una utilità per gli altri e per sé). Solo se la società fa così, se le istituzioni fanno così, hanno titolo a dire, anzi a convincere, che per le strade non si deve mendicare; e anche questo lo si può dire in tanti modi, l’ultimo dei quali (proprio l’estremo, per situazioni di palese uso
strumentale della sofferenza) è l’accompagnamento fuori dalla città: ma è evidente che se la società e le istituzioni operano bene, gli sfruttatori se ne vanno da sé. Qui la politica dei due tempi è fondamentale: prima faccio quello che devo, poi chiedo osservanza di regole, e provvedo in modo diverso a seconda dei casi. Insomma: l’unica cosa che la società non può accettare, nemmeno da chi versa in situazioni di disagio, è la commissione
di reati. Tutto il resto riguarda il nostro senso di responsabilità
collettivo, di rispetto dei diritti delle persone, di umanità.
Una bella serata con Ale
Ieri sera abbiamo passato una bella serata con Alessandro, candidato sindaco alle primarie del 23 marzo. Eravamo in 250 e lo abbiamo ascoltato con attenzione raccontare il programma che propone alla città. Ale ha scelto di non farsi aiutare da altre presenze, lì sul palco c’è stato solo lui, la bravissima presentatrice che lo ha introdotto, e i suoi video, da quelli ironici e graffianti a quelli di testimonianza su ciò che si può fare a dispetto delle convinzioni tradizionali. Per un momento abbiamo temuto per lui, emozionato e stanco da una campagna lampo come questa, che non gli lascia un momento di respiro. Poi, dopo una breve pausa, tutto è tornato a posto, anzi ci ha sorpreso per la sua ritrovata energia. Infine, a cena, insieme al gruppo che lo aiuta, con buonumore e fiducia. Bravo Alessandro, se queste primarie hanno un po’ di senso il merito è soprattutto tuo.
La Giornata della Felicità
Allora: martedì 18 marzo Alessandro Lo Presti, candidato sindaco alle primarie, presenta le sue idee al Teatro Puccini. Appuntamento alle 20,30. Chi può non manchi.
PS: a proposito, lo sapete che il 20 marzo di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale della Felicità, istituita dall’ONU con la risoluzione del 28 giugno 2012?
Addio a Ivano Tognarini
Addio a Ivano Tognarini, maestro di vita e di politica.
Alessandro Sindaco
Quote rosa?
Da un po’ di giorni me la sentivo che finiva così, la democrazia paritaria è tornata a chiamarsi “quote rosa”, e in mille si sono affannati a spiegare che la parità va bene su tutto ma non sulla politica, che la parità non si fa con legge, che loro – quelli e quelle contrarie – avrebbero votato no perché (udite udite) sono a favore delle donne. Poi ci hanno pensato in 70 a raccontare quanto è coraggiosa la politica di oggi, credendo di mettere la parola fine all’ennesima fastidiosa richiesta di modernità. Forse, però, la parola fine è stata messa sull’Italicum, che non è riuscito nemmeno all’ultimo tuffo a salvarsi un po’ l’anima.