Brividi (fb 26 gennaio 2013)
Il senso di responsabilità e il senso del ridicolo (fb 16 gennaio 2013)
Il vero tema di questa campagna elettorale è la responsabilità. Non quella dei partiti, che secondo me è molto chiara a tutti, ma quella degli elettori, di ogni credo politico. Il centro sinistra vincerà, e vincerà bene, se riuscirà a sollecitare il senso di responsabilità degli italiani, quella cosa che si annida prepotente nel nostro essere sociale, quotidiano, familiare, e con la quale riconosciamo chi ci prende in giro e chi invece è onesto e sincero. Detto in altri termini, questa campagna elettorale ci domanda se abbiamo ancora il senso del ridicolo, o se guitti opportunisti e imbroglioni possono tornare a scorazzare nell’indifferenza generale, come gli ometti cinici di Altan che credono di avere sempre un ombrello a portata di mano.
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La risposta ai commenti (a proposito del voto utile):
La campagna elettorale è cominciata, si vede anche dal nervosismo che pervade il web. Così succede che un post su come fronteggiare l’imponente invito alla dimenticanza messo in campo da Berlusconi e dalla destra viene letto come invito al voto utile, anzi a votare PD turandosi il naso. Insomma: siccome in questi giorni si discute sui media di voto utile, allora tutto deve essere letto sotto questa luce. Non sono d’accordo, e ribadisco pari pari i concetti che ho proposto nel mio post. Null’altro avrei da dire a chi se ne è andato per altri lidi, seguendo suoi rispettabili pensieri, ma – diciamo così – fuori tema. Per inciso, a Calama dico che può trovare sul sito del PD www.partitodemocratico.it tutte le proposte programmatiche che cerca, a partire dalla Carta d’intenti della coalizione Italia Bene Comune.
Però non sfuggo alla provocazione sul voto utile, che, al di là del mio post, è problema presente in tutte le competizioni elettorali. Ogni partito che si presenta alle elezioni deve comunque rispondere alla domanda: perché dovremmo votare te e non un altro? Le risposte sono: vota me, perché sono più vicino a quello che tu pensi, ai tuoi valori e ai tuoi interessi, posso vincere o perdere la competizione per il governo, ma vincerò sicuramente quella della rappresentanza e quei valori li rappresenterò al meglio (voto utile per rappresentare); vota me, perché tra tutti quelli che affermano valori per te accettabili sono l’unico che può vincere le elezioni, governare e dunque realizzarli almeno in parte (voto utile per governare); vota me, perché solo io posso vincere su quelli che ritieni i nemici principali per te stesso e per la repubblica (voto utile per contrastare). Come vedete, tutti usano l’argomento del “voto utile”, basta capirsi che l’utile di cui si parla è quello dell’elettore. Nessun competitore elettorale può sfuggire alla prova del voto utile (per rappresentare, per governare, per contrastare). E non c’è nulla da fare: chi può dare efficacemente tutte e tre le risposte è in grado di offrire più garanzie di voto utile. Tutti gli argomenti possono essere sviluppati in modo nobile o ignobile. Quando mi capiterà in futuro di invitare a riflettere sull’importanza del voto utile, state pur certi che mai e poi mai inviterò a votare PD turandosi il naso (argomento ignobile), ma cercherò di dimostrare (argomento nobile) che il PD e la coalizione di centro sinistra hanno valori e interessi importanti da rappresentare, sono gli unici che possono tradurli in azione di governo, e la loro affermazione può garantire meglio il contrasto dei valori opposti. I detrattori cercheranno di dimostrare il contrario. Si chiama dibattito elettorale, e ne sono un piccolo esempio proprio alcuni commenti al mio post, volutamente scritti “fuori tema”. Armiamoci dunque di buoni argomenti, ma, per favore, non facciamoci lezioni di oggettività: ciascuno racconta la storia per quello che sente e per quello che vuole affermare. Il voto utile è una cosa maledettamente seria in ogni vera democrazia.
Fatte le liste del PD, 40% di donne (fb 9 gennaio 2013)
Le liste del PD sono praticamente pronte. C’è qualche dispiacere in giro, qualche tensione, molto è frutto della corsa contro il tempo. Ma la cosa più importante è che nel nuovo Parlamento il PD porterà il 40% di donne. Tutte decisive per dare più qualità alla politica. Certo, non è il massimo votare una lista intera e in blocco, dove magari c’è chi vorremmo premiare col nostro voto più di altri. Meglio ancora sarebbe stato votare con collegi uninominali, più semplice fare le primarie, più forte il contatto diretto con il/la candidato/a. Però questo è ciò a cui ci costringe il Porcellum, che Berlusconi ha impedito di cambiare per cercare di non farci vincere bene. Penso che il 25 febbraio rimarrà deluso, penso che vinceremo bene ugualmente, porteremo la gran parte di candidati/e eletti/e in primarie; e poi, una volta al governo, cambieremo questa assurda legge elettorale. E lo faremo anche in Toscana.