Province e Regione

Province e Regione. Il mio intervento nel dibattito del 13 gennaio in Consiglio regionale

La comunicazione che ha fatto l’Assessore Bugli a nome della Giunta regionale sul riordino delle province rende evidente una situazione molto difficile, di cui – a mio avviso – porta la responsabilità il Governo. E’ il Governo, infatti, che con la legge di stabilità ha praticamente messo in crisi la legge Delrio, mettendo a repentaglio la tenuta finanziaria delle province (che non sono state soppresse, come si sa) e mettendo per legge in mobilità la metà del personale. In queste condizioni ogni “riordino” diventa una scommessa, fatta sulla pelle di tante lavoratrici e lavoratori e dei cittadini. Leggi oltre →

Italicum, preferenze e bipolarismo temperato

gennaio 23, 2014admin2014, I miei ARTICOLI0

Dico la mia sulla riforma elettorale, quella proposta nell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Cercherò di spiegare perché ritengo le preferenze il male minore se si vuole superare il Porcellum, e perché bisogna stare molto attenti sulle “soglie” di accesso al Parlamento e su quella per il premio di maggioranza.

A me le preferenze non sono mai piaciute, e confermo la posizione, che è dovuta, come dirò, più all’esperienza personale “sul campo” che alle letture di testi specialistici. Non sono – purtroppo – una studiosa di sistemi elettorali, ho potuto capire alcune cose lavorando sulla nuova legge elettorale regionale, ma avrei materiali sufficienti per scrivere, partendo proprio dalla mia esperienza, un libro ben argomentato. Chissà.

Nella mia vita politica ho partecipato a elezioni quasi sempre con preferenze (tutte, tranne nelle regionali del 2010, ma il sistema elettorale regionale non l’ho votato io, nel 2004 non ero in consiglio regionale). Dunque, nonostante sia sempre stata eletta in confronti elettorali comunali con preferenza, e per due volte con innegabile successo personale, conosco bene cosa comportano, soprattutto per chi non vuole fare patti con il diavolo.

Le preferenze nell’Italia di oggi hanno due grandi difetti: impongono una forte spesa ai singoli candidati (i quali operano praticamente da soli, il partito non fa nulla per loro); e mettono i candidati dello stesso partito più in competizione tra di loro che verso gli altri partiti, e alla fine non si capisce bene se un partito sopravvive ancora o è una mescolanza di interessi lontani. Il partito si struttura sulle preferenze, e se è fragile rischia di esserne sopraffatto, e di diventare una sommatoria di notabili. Dunque, se ci tieni a un partito forte e unito dovresti evitarle. Nei comuni è quasi impossibile, ma per il Parlamento e la Regione dovresti evitarle. Leggi oltre →

Nuova legge elettorale toscana: si può fare presto e bene

Articolo pubblicato sul Corriere fiorentino del 6 marzo 2013.

Caro Direttore,
intervengo sul dibattito che avete avviato sulla legge elettorale regionale con l’intervento di Valdo Spini e la risposta di Enrico Rossi. Fatta la riduzione dei consiglieri a 40, è ora possibile passare decisamente a discutere e ad approvare la nuova legge elettorale. Nei prossimi giorni si riunirà il gruppo di lavoro costituito dall’Ufficio di Presidenza, che dovrà operare celermente senza attendere esiti nazionali. Penso che sia il tempo per ogni gruppo e per ogni consigliere di dire la sua, anche presentando proposte di merito. Credo sia possibile fare alcune scelte di base che riassumo così: no alle liste bloccate, regionali o provinciali che siano; accettare l’idea che si deve permettere ai cittadini di scegliere direttamente i propri eletti con i collegi uninominali (che io preferisco) o con il voto di preferenza; prevedere un premio di maggioranza per la governabilità e garanzie per il pluralismo della rappresentanza delle minoranze; affermare il principio della democrazia paritaria (metà uomini e metà donne) nei collegi uninominali o nel voto di preferenza. Proporrei anche il limite di due mandati, verificando gli spazi di disciplina regionale diretta o, in alternativa, di iniziativa regionale verso il Parlamento nazionale.
E’ chiaro che il confronto sulle leggi elettorali riguarda tutte le forze politiche, ed è giusto e necessario ricercare ogni possibilità di intesa; è naturale che si potrà uscire dal dibattito anche sostenendo soluzioni diverse da quelle da cui all’inizio ciascuno è partito. Perciò credo che sia da considerare ben accetta ogni proposta, uscendo da una tradizionale modalità di discussione che impedisce di pronunciarsi e di esporsi per timore di sbagliare o di bruciare questa o quella strada. Nessun buon accordo viene fuori se non ci si fida un po’ degli altri, soprattutto in momenti come questo, nei quali è prioritario trovare strade che servano alla stabilità delle istituzioni e garantiscano ai cittadini la scelta su chi deve rappresentarli e chi deve governare. Fondamentale è che il confronto sia portato all’attenzione dei cittadini e delle loro associazioni, in modo argomentato e approfondito, affinché la discussione sia quanto più possibile partecipata, pragmatica e non ideologica. Infine, dobbiamo dimostrare capacità di decidere, e perciò è bene darci tempi ragionevoli ma certi di conclusione del dibattito, come si fa in ogni buon processo democratico. Credo che prima della pausa estiva si debba arrivare alla proposta di fondo su cui lavorare; fatto questo, la definizione tecnica e l’approvazione della legge si può fare in un mese. Per quel che mi riguarda, cercherò di attenermi a questo programma.

One Billion Rising – video e foto contro la violenza sulle donne

febbraio 19, 2013admin2013, I miei ARTICOLI0

Eravamo tutte lì …

Firenze Santo Spirito

Santo Spirito 2

Santo Spirito, le foto

Piazza delle Repubblica. le foto

Cronache elettorali del 2013

febbraio 1, 2013admin2013, I miei ARTICOLI0

Riassumendo: Bersani ha vinto le primarie per designare il candidato premier della coalizione Italia Bene Comune; ci sono state le primarie del PD e di SEL per gran parte delle candidature al Parlamento; il PD ha escluso dalle sue liste, con decisione della Commissione nazionale di Garanzia, alcuni candidati per motivi di opportunità, in ragione del Codice etico del partito.

Siamo così in una campagna elettorale decisiva per le sorti dell’Italia. In gioco c’è il governo del Paese e la sua stessa tenuta democratica, c’è la possibilità di mettersi alle spalle i peggiori anni della Repubblica. L’Italia sembra ancora sospesa tra voglia di cambiamento e rischi di ritorno indietro.  Ogni persona è chiamata ad esercitare la sua responsabilità, a non dimenticare come eravamo, e quello che abbiamo passato tra il 2008 e il 2012 durante il Regno Berlusconiano, a riconoscere con lucidità le forze che possono far uscire l’Italia dal tunnel.

Italia Bene Comune è la coalizione del centro sinistra che si presenta alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013. Nel fanno parte il PD, SEL, PSI, Centro Democratico. La coalizione si presenta alle elettrici e agli elettori con la sua Carta d’intenti,  il programma fondamentale per governare l’Italia nei prossimi cinque anni.

La Carta d’intenti è oggi nel programma della coalizione

Leggi anche il Codice Etico della coalizione

Il voto utile è una cosa maledettamente seria in ogni vera democrazia. Ogni partito che si presenta alle elezioni deve rispondere alla domanda: perché dovremmo votare te e non un altro? Le risposte sono: vota me, perché sono più vicino a quello che tu pensi, ai tuoi valori e ai tuoi interessi, posso vincere o perdere la competizione per il governo, ma vincerò sicuramente quella della rappresentanza e quei valori li rappresenterò al meglio (voto utile per rappresentare); vota me, perché tra tutti quelli che affermano valori per te accettabili sono l’unico che può vincere le elezioni, governare e dunque realizzarli almeno in parte (voto utile per governare); vota me, perché solo io posso vincere su quelli che ritieni i nemici principali per te stesso e per la repubblica (voto utile per contrastare). Nessun competitore elettorale può sfuggire alla prova del voto utile (utile per rappresentare, o per governare, o per contrastare). Ed è evidente che solo chi può dare efficacemente tutte e tre le risposte è in grado di offrire più garanzie di voto utile. Quando mi capiterà in futuro di invitare a riflettere sull’importanza del voto utile, state pur certi che mai e poi mai inviterò a votare PD turandosi il naso (argomento ignobile), ma cercherò di dimostrare (argomento nobile) che il PD e il centro sinistra hanno valori e interessi importanti da rappresentare, possono tradurli in azione di governo, possono garantire meglio il contrasto dei valori opposti.

Questo è il testo dell‘appello sottoscritto da un gruppo di intellettuali per un voto di stabilità e di cambiamento.

“Siamo alle ultime battute di una campagna elettorale confusa, rissosa, e da parte di taluni estremamente menzognera. Due scenari inquietanti si profilano come possibili dall’esito del voto: o un caos ingovernabile; o il ritorno al potere di uomini e di forze, che negli anni passati hanno già portato il Paese verso la catastrofe.

Per evitare tutto questo, l’unica strada è votare per la coalizione di centro-sinistra, assicurandole l’autosufficienza, che le consentirebbe di mettere in piedi un Governo stabile, autorevole, rispettabile a livello europeo, in grado di gestire al meglio politiche e alleanze.

L’Italia ha un disperato bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale: se nei prossimi cinque anni non saremo in grado di restituire dignità alle istituzioni, rispetto per la politica, fiducia nei partiti, strategie di sviluppo e insieme un colossale mutamento di rotta nei confronti delle classi lavoratrici e dei ceti disagiati, ci ritroveremo, come altre nazioni europee, nel baratro.

Questo è vero per l’intero territorio nazionale. Ancor più vero in quelle regioni “a rischio” (dalla Lombardia alla Sicilia), dove poche decine di migliaia di voti possono fare la differenza tra un nuovo inizio e una pessima fine.

Ogni voto è perciò prezioso a questo scopo: chiediamo all’opinione pubblica e agli elettori di scegliere come una ragione responsabile spinge inequivocabilmente a fare. E chiediamo ai cittadini che lo condividano di sottoscrivere e promuovere questo appello.”

I primi firmatari: Umberto Eco, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Claudio Magris, Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Nadia Urbinati, Guido Rossi, Tullio De Mauro, Natalia Aspesi, Giorgio Parisi, Vittorio Gregotti, Alberto Melloni, Sandra Bonsanti, Luigi Ferrajoli, Filippo Gentiloni, Piero Bevilacqua, Alberto Asor Rosa.

 

Le primarie e le donne

gennaio 6, 2013admin2013, I miei ARTICOLI0

Articolo pubblicato su La Repubblica – Firenze, del 6 gennaio 2013

La stagione delle primarie è stata una scommessa vincente del  Partito Democratico. Ha ristabilito un clima di fiducia nel popolo del centro sinistra, ha rimesso nelle mani delle cittadine e dei cittadini il potere fondamentale di scegliere persone e programmi, ha permesso di superare il deficit di democraticità nella composizione delle liste e – fatto di grande rilievo – ha rappresentato una prima svolta in tema di affermazione della democrazia paritaria. Leggi oltre →

Ecco infine le primarie

novembre 22, 2012admin2012, I miei ARTICOLI0

Ci siamo, dunque, le primarie sono alle porte.

E l’Italia ci guarda. Con interesse, curiosità, e qualcuno anche con preoccupazione. Dobbiamo mettercela tutta perché l’evento sia veramente eccezionale. Molto, moltissimo sta nelle mani delle volontarie e dei volontari: senza di loro, senza di voi, le primarie non esistono. Leggi oltre →

Intervista sulla scuola

giugno 21, 2012admin2012, I miei ARTICOLI0

Intervista a Beatrice, studentessa di scuola media superiore, per il giornalino della scuola

Beatrice: Di cosa ti occupi?

Daniela: Faccio politica, a tempo pieno, da alcuni anni.

B: Dove lavori?

D: Lavoro in Regione, sono consigliera regionale, faccio parte dell’ufficio di presidenza del Consiglio e della commissione consiliare che si occupa di istruzione, cultura e immigrazione. Leggi oltre →

La scuola, il PD e il governo Monti

Intervento alla conferenza programmatica del PD metropolitano – Firenze, 30 marzo 2012

Giorni importanti, questi. Per il Paese e per il PD.

Lo sono per noi che siamo qui, perché crediamo che ritrovarci a discutere insieme è una cosa a cui non possiamo rinunciare. Oggi non dobbiamo approvare documenti o mozioni. Oggi ci esercitiamo ad ascoltarci, e ad ascoltare attraverso le nostre parole quello che si muove intorno a noi. Leggi oltre →

Il futuro delle politiche educative e di welfare

Ripartire da etica e democrazia: quale vision e governance pubbliche per politiche educative e di welfare per le famiglie e l’infanzia?

(appunti – marzo 2012)

Mi chiedo che senso positivo cerchiamo di dare a questa nostra discussione. I nomi contano. Conta come chiamiamo le cose quando le cose non ci sono più. È quello che sta succedendo alla scuola pubblica, ed è per questo che bisogna urlare, altrimenti nessuno la vede più, la scuola pubblica. E men che mai i servizi educativi per l’infanzia, a partire dal nido. Leggi oltre →

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