Intervista sulla scuola
Intervista a Beatrice, studentessa di scuola media superiore, per il giornalino della scuola
Beatrice: Di cosa ti occupi?
Daniela: Faccio politica, a tempo pieno, da alcuni anni.
B: Dove lavori?
D: Lavoro in Regione, sono consigliera regionale, faccio parte dell’ufficio di presidenza del Consiglio e della commissione consiliare che si occupa di istruzione, cultura e immigrazione.
B: Da quanti anni svolgi questo lavoro?
D: Sono consigliera regionale dalle elezioni del maggio 2010.
B: Prima di lavorare in Regione cosa facevi?
D: Sono stata per dieci anni assessore all’istruzione del comune di Firenze. Una esperienza molto faticosa, ma anche molto bella.
B: Cosa pensi della scuola italiana?
D: La scuola italiana è tante cose, ed è cresciuta nel tempo, anche in modo eccellente. Negli ultimi anni si è persa però una autentica spinta riformatrice, e la scuola è entrata in crisi. Facciamo fatica a riprendere il cammino. Ma la scuola pubblica italiana ha tante risorse. Può tornare ad essere uno dei principali fattori di progresso, se solo le si vuole bene.
B: Pensi che ci siano stati Ministri dell’Istruzione degni di questo ruolo?
D: Quando ero studentessa i Ministri dell’istruzione erano i bersagli preferiti delle nostre critiche. Però, dopo gli anni della Gelmini, quei ministri sembrano giganti. Facciamo qualche esempio. Pochi ricordano Luigi Gui, ma fu lui che riuscì a far approvare nel 1962 la scuola media unica, una delle riforme più importanti dell’Italia repubblicana; e sempre Gui fece approvare nel 1968 la legge che istituì la scuola materna statale. C’era Malfatti quando nel 1974 nacquero i consigli d’istituto e furono regolamentate le 150 ore. Con la Falcucci nel 1985 furono approvati i nuovi programmi per la scuola elementare, che segnarono un cambiamento decisivo nella scuola italiana. Sotto il ministero di Riccardo Misasi furono emanati nel 1991 gli Orientamenti sulla scuola dell’infanzia, veramente innovativi. Poco prima, nel 1989, durante la gestione di Sergio Mattarella, furono adottati importanti provvedimenti per l’inserimento degli stranieri nella scuola dell’obbligo. Ho citato questi esempi per far capire che quelle che oggi si chiamano riforme (Moratti, Gelmini) impallidiscono rispetto alle cose fatte nel passato.
Tra i migliori ministri degli ultimi tempi ci sono sicuramente Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro. Anche l’attuale ministro Profumo mi sembra una persona che tiene alla scuola pubblica.
B: Cosa pensi della riforma della scuola del Ministro Moratti?
D: Non mi è mai piaciuta per il piglio ideologico che l’ha contraddistinta. Con un colpo, la Moratti cancellò la riforma di Berlinguer. Le riforme si valutano sui risultati, e quelli della riforma Moratti, più che altro annunciata e poi realizzata dalla Gelmini, non mi sembrano buoni.
B: Cosa pensi della riforma della scuola del Ministro Gelmini?
D: Non la chiamerei riforma, direi che al di là delle parole il vero risultato che porta la gestione Gelmini è stato quello di abbassare la qualità della scuola pubblica. La Gelmini sarà ricordata per i tagli al personale e alle risorse per la gestione delle scuole, per l’attuazione del maestro unico, per il ritorno ai voti in decimi, per la riduzione del tempo pieno e del sostegno ai disabili. Meno per la riforma della scuola media superiore, che dà attuazione alla riforma Moratti e che pure ha diversi punti di contatto con la soppressa riforma di Luigi Berlinguer.
B: Cosa faresti per migliorare la scuola di oggi?
D: Cercherei di dare più fiducia agli insegnanti. Investirei sull’edilizia scolastica e la sicurezza. Garantirei la scuola dell’infanzia a tutti i bambini. Tornerei alle elementari ante Moratti, quelle che hanno fatto la qualità della scuola italiana. Diminuirei gli anni della media, ne bastano due, e cercherei più continuità con la scuola superiore. I nuovi licei delle superiori mi sembrano una buona idea, ma troppi insegnamenti importanti sono mortificati, come le lingue straniere, la matematica, l’informatica.
B: Pensi che la scuola della tua adolescenza fosse migliore di quella attuale?
D: Francamente direi di no, nonostante gli ultimi anni di controriforma, la scuola italiana di oggi è migliore di quella che ho conosciuto io.
B: Quale paese pensi abbia il miglior sistema scolastico?
D: Non saprei dire. Però un buon sistema scolastico è legato a quanto lo Stato è disposto a spendere per la scuola. Se guardo agli investimenti per l’istruzione, vedo che i Paesi del Nord Europa spendono per la scuola molto di più che l’Italia (la Danimarca quasi il doppio). Noi siamo sotto la media europea. Spendiamo per studente quasi 7.000 euro l’anno, più della media europea, ma quasi un terzo di quanto si spende in Svezia, Danimarca e Olanda. E’ un miracolo se riusciamo a fare qualcosa di buono.