Nuova legge elettorale toscana: si può fare presto e bene

Articolo pubblicato sul Corriere fiorentino del 6 marzo 2013.

Caro Direttore,
intervengo sul dibattito che avete avviato sulla legge elettorale regionale con l’intervento di Valdo Spini e la risposta di Enrico Rossi. Fatta la riduzione dei consiglieri a 40, è ora possibile passare decisamente a discutere e ad approvare la nuova legge elettorale. Nei prossimi giorni si riunirà il gruppo di lavoro costituito dall’Ufficio di Presidenza, che dovrà operare celermente senza attendere esiti nazionali. Penso che sia il tempo per ogni gruppo e per ogni consigliere di dire la sua, anche presentando proposte di merito. Credo sia possibile fare alcune scelte di base che riassumo così: no alle liste bloccate, regionali o provinciali che siano; accettare l’idea che si deve permettere ai cittadini di scegliere direttamente i propri eletti con i collegi uninominali (che io preferisco) o con il voto di preferenza; prevedere un premio di maggioranza per la governabilità e garanzie per il pluralismo della rappresentanza delle minoranze; affermare il principio della democrazia paritaria (metà uomini e metà donne) nei collegi uninominali o nel voto di preferenza. Proporrei anche il limite di due mandati, verificando gli spazi di disciplina regionale diretta o, in alternativa, di iniziativa regionale verso il Parlamento nazionale.
E’ chiaro che il confronto sulle leggi elettorali riguarda tutte le forze politiche, ed è giusto e necessario ricercare ogni possibilità di intesa; è naturale che si potrà uscire dal dibattito anche sostenendo soluzioni diverse da quelle da cui all’inizio ciascuno è partito. Perciò credo che sia da considerare ben accetta ogni proposta, uscendo da una tradizionale modalità di discussione che impedisce di pronunciarsi e di esporsi per timore di sbagliare o di bruciare questa o quella strada. Nessun buon accordo viene fuori se non ci si fida un po’ degli altri, soprattutto in momenti come questo, nei quali è prioritario trovare strade che servano alla stabilità delle istituzioni e garantiscano ai cittadini la scelta su chi deve rappresentarli e chi deve governare. Fondamentale è che il confronto sia portato all’attenzione dei cittadini e delle loro associazioni, in modo argomentato e approfondito, affinché la discussione sia quanto più possibile partecipata, pragmatica e non ideologica. Infine, dobbiamo dimostrare capacità di decidere, e perciò è bene darci tempi ragionevoli ma certi di conclusione del dibattito, come si fa in ogni buon processo democratico. Credo che prima della pausa estiva si debba arrivare alla proposta di fondo su cui lavorare; fatto questo, la definizione tecnica e l’approvazione della legge si può fare in un mese. Per quel che mi riguarda, cercherò di attenermi a questo programma.

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