Il Presidente da eleggere (fb 20 aprile 2013)
C’è ancora modo di eleggere un buon Presidente della Repubblica? Io dico di si, ci deve essere. Per favore, partiamo dalla realtà: per eleggere il Presidente ci vogliono 504 voti, non uno di meno, non ci sono ballottaggi, non ci sono mezze misure. Il centro sinistra quei voti non li ha, ed è diviso al suo interno. Non sono divisioni da poco, se un pezzo è disponibile a votare Rodotà, un altro no; se un pezzo urla il suo no a Marini, rifiuta di votarlo, poi vota Chiamparino, poi dice Prodi, poi dice non più Prodi; se un altro pezzo dice di no a Marini, poi vota Prodi, poi accusa gli altri di non averlo votato. Inutile continuare, le cose sono chiare. Le dimissioni annunciate di Bersani dicono che oltre non si può andare. I capi delle diverse “anime” del PD, che si sono dati tanto da fare con in testa altre prospettive, ambizioni e linee politiche divergenti, si mettano in una stanza e decidano per il bene di tutti. Per un momento, anch’io mi sono fatta prendere da questo moto perpetuo del PD, da questa agitazione presidenzialista (“decidano i cittadini, non i parlamentari!”), ma onestamente non so cosa avrei fatto se fossi stata lì tra i grandi elettori. Forse avrei sbagliato a votare, forse no, certo però avrei sentito la responsabilità del momento, e oggi la sentirei di più. Twitter o facebook o la rete, gli iscritti e i cittadini che tifano per l’uno e per l’altro non sono responsabili, non possono esserlo, i parlamentari si. Deputati e deputate del PD, senatori e senatrici del PD, lasciatevi per un po’ alle spalle urla, proteste, sms, post, e appartenenze: per qualche giorno rispondete solo alla vostra coscienza, di italiani e di eletti del centro sinistra, mettetevi d’accordo, decidete e votateci il Presidente. Del resto, tra un po’ ci saranno primarie, congressi, elezioni, tutto il tempo per sfogarvi. E anche noi, con voi, riprenderemo a litigare.