LE DIECI DOMANDE AL MIO PARTITO SULLA RIFORMA ELETTORALE E LE (MIE) RISPOSTE
Attendo risposte alle “Dieci domande al mio partito” sulla legge elettorale toscana. Finora niente, e allora ripeto le domande, provando a darle io quelle risposte.
1. Perché il PD ha fatto, all’ultimo minuto, l’accordo con Forza Italia sulla legge elettorale regionale? Mia risposta: E’ una domanda a cui non so rispondere. Però so quali sono le risposte sbagliate. È sbagliato dire che non c’erano le condizioni per l’accordo con le altre forze consiliari, complessivamente più rappresentative di Forza Italia: quell’accordo era a portata di mano e io ne sono testimone. Bastava risolvere il problema delle soglie di sbarramento, problema minimo, visto che con un consiglio regionale di 40 consiglieri c’è già una soglia di sbarramento naturale al 2,5%. È anche sbagliato dire che Forza Italia è il secondo partito, il primo dell’opposizione, poiché è noto a tutti che il secondo partito, il primo dell’opposizione, è il M5S, oggi non rappresentato in Consiglio regionale. L’unico dato certo, sulla base dei risultati elettorali delle europee, è che Forza Italia da sola vale 4 seggi, mentre in coalizione con partiti che non raggiungono il 3% arriva a 7 seggi. A proposito, come è oggi evidente a tutti, le forze minori discutevano dell’entità del premio di maggioranza (nessuna di loro ha mai messo in discussione che un premio di maggioranza ci dovesse essere) solo perché chiedevano, giustamente, di essere trattate con un principio di uguaglianza, senza privilegiare l’una o l’altra nel riparto degli altri seggi.
2. Che cosa ha ottenuto il PD da Forza Italia, di più rispetto a ciò che era ormai assodato tra la stragrande maggioranza delle forze politiche: preferenze uomo-donna, preferenze facilitate, piccole circoscrizioni, ballottaggio per l’elezione del Presidente della Giunta e premio di governabilità? Mia risposta: Il PD non ha ottenuto niente. Le cose positive c’erano già, e gli altri partiti erano tutti d’accordo. Anzi, senza l’accordo con Forza Italia, la nuova legge elettorale si poteva approvare a luglio.
3. Perché, prima di sottoscrivere l’accordo con Forza Italia, non sono stati consultati in un referendum gli iscritti e gli elettori del PD, a cui il PD aveva promesso “niente liste bloccate”? Mia risposta: nel PD c’è un grande equivoco, secondo il quale l’unica forma di partecipazione riconosciuta sono le primarie, cioè l’investitura popolare di un capo, nazionale o locale che sia. Eletto il capo, c’è poco spazio per le discussioni. Il PD non ha sviluppato l’idea – presente nel proprio statuto – di attivare robuste forme di democrazia partecipativa come aspetto normale della sua vita. E ricorre la tentazione di vivere la discussione non come arricchimento di progetti comuni, ma come fastidiosa rappresentazione di opinioni minoritarie.
4. Quale argomento potrà utilizzare il PD in campagna elettorale verso chi userà il listino bloccato se è proprio il PD, con il suo voto decisivo, a farlo passare? Mia risposta: nessun argomento. Non c’è alcun motivo per considerare politicamente sbagliato ciò che la legge ti consente. Dunque, se tu voti il listino bloccato, è come se dici: il listino bloccato è giusto.
5. Ci sono o non ci sono personalità importanti nel PD toscano che già oggi dicono che, invece, il listino bloccato regionale è una cosa che anche il PD dovrebbe utilizzare? Mia risposta: Ci sono. Lo hanno detto in più occasioni, pubbliche e di partito.
6. È più PD quello toscano o quello dell’Emilia Romagna, che ha approvato, oltre alla soppressione del listino regionale, soglie di sbarramento basse per facilitare la rappresentanza? Qual è la specificità toscana che impone la seconda aberrazione contenuta nell’accordo PD-Forza Italia? Mia risposta: Entrambi sono PD, e allo stesso modo. Non esiste alcuna specificità toscana, tranne il fatto che Denis Verdini è toscano.
7. Qual è l’interesse del PD a negare rappresentanza a partiti che da soli raggiungono (dati elezioni europee) 94.800 voti o in due 189.600 voti, e a garantire rappresentanza a quelli che ne prendono 56.919? Mia risposta: Nessun interesse, poiché l’interesse del PD non coincide con quello di Denis Verdini.
8. Perché proprio la Toscana dovrebbe violare due volte il principio basilare dell’uguaglianza del voto? Mia risposta: Non esiste alcun motivo, tranne il fatto che Denis Verdini è toscano, e lui – che si ritiene un grande esperto di sistemi elettorali – dell’uguaglianza del voto non sa che farsene.
9. Perché un elettore o un’elettrice, o un candidato o una candidata non eletti, non dovrebbero fare ricorso contro le due aberrazioni di questa legge? Mia risposta: I ricorsi ci saranno, è inevitabile. Nessuno potrà impedirli, i ricorsi in materia elettorale li possono fare tutti gli elettori.
10. Perché nel PD Toscano non si riesce a dire “abbiamo commesso un errore, rimediamo”? Mia risposta: Chi ha siglato l’accordo con Forza Italia ha sottovalutato le conseguenze costituzionali del voto diseguale, avendo fretta di fare qualcosa che servisse comunque alla riforma elettorale nazionale, anticipandola. Non si capisce, invece, che riconoscere un errore è un punto di forza di un gruppo dirigente autorevole, e che il cambiamento sarebbe apprezzato da tutto il PD.