Gli errori dell’Italicum e della legge toscana
Notizie di stampa riportano che Gaetano Silvestri, presidente della Corte costituzionale che bocciò il Porcellum, nella sua recente audizione alla Commissione affari costituzionali del Senato ha detto parole chiare sull’Italicum. Ha ricordato che non si può fare una riforma a metà (l’Italicum cambia solo le regole di elezione della Camera), mettendo così in grande agitazione gli stati maggiori dei partiti. Poi, avrebbe aggiunto anche due “piccole” cose:
- che una volta messo il premio di maggioranza non si possono mettere anche le soglie di sbarramento;
- che i capilista bloccati sono una cosa di dubbia costituzionalità, o si fanno liste bloccate molto corte (di tre candidati) o si mettono le preferenze o si fa il collegio uninominale.
Insomma, Silvestri avrebbe detto praticamente le stesse cose di quei sette consiglieri e consigliere regionali del PD (me compresa) che non hanno voluto votare la legge toscana perché, con i suoi listini mescolati alle preferenze e le sue soglie d’accesso alte e differenziate, era ed è a forte rischio di incostituzionalità.
A dar man forte alle tesi di Silvestri, in particolare sulla questione delle soglie di sbarramento, ci sarebbero state, nella stessa seduta, anche le parole molto severe di due altri costituzionalisti, Ida Nicotra e Gaetano Azzariti.
Ora, è vero che Silvestri non è più nella Corte costituzionale, è vero che c’è in giro anche chi dice che “Tutto va ben, madama la marchesa”, però forse sarebbe meglio ascoltare molto attentamente chi l’ha fatta la sentenza della Corte sul Porcellum. E se, giustamente, gli si dà credito quando dice che è assurdo riformare solo mezzo Parlamento, sarebbe bene prendere appunti anche sul resto.
Perciò, appuntino anche al PD Toscano: agli errori commessi si può ancora rimediare, ne va della correttezza e della legittimità delle prossime elezioni regionali. Gli accordi con Forza Italia e Verdini non valgono il rischio: via i listini, soglia di sbarramento unica al 3% come nei comuni.