Landini
Andare all’incontro con Maurizio Landini, il 23 marzo a Firenze al Teatro Puccini, e poi a Roma sabato prossimo alla manifestazione per la “coalizione sociale” per alcuni è tornare indietro nel tempo.
Per me è invece è andare avanti, gettare il cuore oltre l’ostacolo di una sinistra che ha digerito troppo spesso il pensiero liberista dominante, in Italia come in Europa. E dire, ad esempio, che il disegno di legge del governo, auto celebrato Buona Scuola, si occupa di stabilizzare 100.000 precari della scuola in due anni ma ne tralascia altrettanti, e rinvia a tempi migliori l’assunzione di 23.000 insegnanti nelle scuole dell’infanzia. Dire, ancora, che il Jobs Act – che lo stesso Governo afferma avrà un impatto sul PIL dello 0,1% – non costruisce speranze di futuro, ma più semplicemente nuova estesa precarietà, e tutele crescenti per il solo datore di lavoro.
La coalizione sociale della Fiom non riscuote consensi tra chi, anche nel PD, non vuole ostacoli al manovratore o teme invasioni nello spazio della politica tradizionale. Io, invece, penso che sia giusto dire parole di verità, e che l’Italia ha bisogno di tante voci che insieme chiedono coerenza per uguaglianza, legalità, beni comuni, benessere delle persone. Voci di protesta che vogliono buon governo, e un governo diverso.
PS: a proposito di uguaglianza, è apparsa sulla stampa (tra tutte http://www.repubblica.it/…/ricerca_fmi_sindacati-110139858/…) la notizia che due economiste del Fondo monetario internazionale, Florence Jaumotte e Carolina Osorio Buitron, hanno anticipato i risultati di uno studio (Power from the people) secondo il quale il calo degli iscritti ai sindacati è una delle principali cause dell’aumento di 5 punti della concentrazione del reddito nelle mani del 10% più ricco della popolazione, nelle economie avanzate, tra il 1980 e il 2010.