LA LEGGE TOSCANA SULLA SANITA’, PERCHE’ NON L’HO VOTATA
11 marzo 2015, in Consiglio regionale arriva al voto la proposta di legge della Giunta regionale sul riordino della sanità. Decido di non votarla, nonostante qualche miglioramento fatto dalla Commissione consiliare. La Toscana, con il suo sistema sanitario arrivato in vetta alle classifiche nazionali, deve tagliare 250 milioni di euro nel 2015, un’enormità. Poche discussioni tra gli interessati, che poi sono i cittadini, i medici, gli infermieri, i volontari, gli amministratori locali. Nessuno sa quali servizi saranno tagliati. Si sa solo che ci saranno 6 commissari e 12 vice commissari, e che le USL passeranno da 12 a 3. La Toscana meritava di meglio.
Questi gli appunti dell’intervento con il quale ho spiegato la mia posizione.
“Perché si fa questa legge ce lo ha detto la Giunta nell’informativa che ha presentato al Consiglio lo scorso 3 marzo: in Toscana, per via della legge di stabilità, si devono tagliare 250 milioni di euro alla sanità. Alla fine dell’informativa la Giunta spiega che 100 milioni saranno tagliati sul personale. Degli altri 150 milioni non si ha notizia. La Giunta, nel frattempo, non ha ritenuto di fare ricorso alla Corte Costituzionale per contrastare i tagli imposti dal Governo.
E’ difficile non considerare queste cose, nel momento in cui si propongono riordini dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Quando si tratta di tagliare 250 milioni, i cittadini dovrebbero essere coinvolti su un progetto chiaro, che dica con quale organizzazione pubblica del sistema sanitario si deve fare i conti. Qui non parliamo di piccole cose, parliamo della sanità, cioè di cose che incidono sull’intera organizzazione sociale e sulla vita delle persone.
Del riordino molte, troppe cose non si capiscono, ci sono solo nomine di commissari e cose che si potevano fare anche con le regole attuali.
Certo, bisogna apprezzare il lavoro fatto dalla Commissione che ha apportato modifiche per attenuare le incertezze e per cercare di evitare che le nuove USL di area vasta non siano troppo lontane dai cittadini.
Io penso che in questi anni si è lavorato bene. Certo, anche la Toscana ha avuto i suoi problemi, però la sanità pubblica è stata difesa, le prestazioni sono di qualità e tutti ce lo riconoscono.
Ora siamo costretti dal Governo a tagliare e ad azzardare riorganizzazioni.
E poi, la riforma costituzionale approvata dalla Camera dei deputati porterà inevitabilmente, se sarà infine varata, nuove riorganizzazioni della sanità, nessuno sa con quali intenzioni. Per questo la Regione aveva il dovere di costruire un progetto chiaro e difendibile, il più avanzato possibile.
La critica più forte, che con questa legge si apre un complesso rigirìo di posti, sarà difficile contestarla. Viene, ad esempio, commissariato un comitato di area vasta che c’è già e costa zero. Il commissario però costa. Del comitato precedente, che a leggere le norme esistenti poteva fare praticamente tutto quello che si dice in questa legge, non si sa niente. Però, sembra che con i commissari tutto funzionerà meglio. Magari sono gli stessi che c’erano prima.
Poi nascono altri commissari, quelli delle USL che devono essere fuse. Governeranno “nuove” USL, ma di queste non si sa niente. In quelle vecchie ci saranno i vice commissari, e va a casa tutto il resto del gruppo dirigente attuale delle USL. Avranno fatto male? Avranno fatto bene? Non si sa. Fa bene alla sanità non avere direttori sanitari e amministrativi? Erano tutti inutili? 3 USL sono meglio di 12? E perché non una sola USL? Cosa si diranno le 3 USL di area vasta con le 3 aziende universitarie? Nessuno di questi interrogativi viene sciolto con questa riforma. In alcuni casi c’è addirittura una evidente complicazione delle relazioni e degli organismi, in contraddizione con l’idea di semplificare e rendere i processi (e dunque le risposte assistenziali) più lineari e tempestivi.
Perdonatemi, ma non sono per niente sicura che tutto ciò farà bene al nostro sistema sanitario. Vedo “terremoti” e poche certezze, e tanti, troppi dubbi ragionevoli che emergono tra i cittadini, i medici, gli infermieri. Io non sono per restare fermi, né per assecondare spinte corporative. Ma le risposte, le proposte della politica devono essere sicure e forti. Così abbiamo fatto in passato, anche quando la Toscana non si è tirata indietro nella razionalizzazione della rete ospedaliera. Oggi ci vorrebbe un progetto altrettanto forte, che invece non c’è. Perciò, io questa legge non la voterò.”.