PERCHE’ NON MI PIACE QUELLA SCHEDA BIANCA
Siamo allora all’elezione dell’anno. Però c’è qualcosa che non mi quadra. Che cos’è quella scheda bianca obbligatoria per le prime tre votazioni sul Presidente della Repubblica? Nel PD sono tutti d’accordo, a quanto pare. Capisco che non si voglia rischiare la brutta figura dell’elezione del 2013, però c’è modo e modo.
La Costituzione prevede nelle prime tre votazioni l’elezione con i due terzi dell’assemblea, poi dalla quarta la maggioranza assoluta. Come dire: bisogna provare a eleggere il Presidente con tanti voti. Non è obbligatorio, ma è una specie di dovere morale di tutti i “grandi elettori”, che andrebbe onorato, e se non c’è ancora accordo almeno si votino candidati simbolo, personalità che sono ritenute all’altezza del ruolo.
No, quella scheda bianca che i grandi elettori getteranno nell’urna non è proprio un bell’esempio per i cittadini.
Ma quello che mi preoccupa di più è che con la scheda bianca del partito di maggioranza si dà un esempio per il futuro, si fanno le grandi prove di quello che potrà essere “l’ostruzionismo di maggioranza”: meglio non partecipare al voto, tanto arriva la votazione che consente alla maggioranza di prevalere, come potrà succedere, ad esempio, sulle leggi proposte dal Governo dopo la riforma costituzionale, nella Camera eletta con l’Italicum (massimo 60 giorni per approvarle, poi si vota quello che vuole l’esecutivo). E poi, l’imposizione della scheda bianca e l’identità tra leader del PD e del Governo danno l’immagine plastica di un Parlamento che è gestito dal Governo e di un Presidente che è eletto dall’esecutivo.
La democrazia sono anche le forme, la distinzione dei ruoli, i poteri che non si mescolano. E le forme sono sostanza, come il rispetto dei ruoli e la divisione dei poteri. Per la prima volta dopo tanto tempo si vede che il Governo elegge tutto, impone una riforma elettorale, impone una riforma costituzionale, elegge il Presidente. Finalmente, diranno molti. A me invece vengono un po’ i brividi.
Poi, speriamo che ce la caviamo, e che almeno ci eleggono un buon Presidente.