IN SENATO SI VOTA L’ITALICUM, E IL DIBATTITO SALE DI TONO CONTRO I CAPILISTA BLOCCATI
A proposito del dibattito in corso al Senato sull’Italicum, questa è la dichiarazione fatta il 20 gennaio 2015 dalle consigliere e dai consiglieri regionali del PD Toscano Vanessa Boretti, Daniela Lastri, Lucia Matergi, Fabrizio Mattei, Alberto Morelli, Pier Paolo Tognocchi, Gianfranco Venturi: “Il documento presentato da Miguel Gotor e sottoscritto da 29 Senatori PD è assolutamente condivisibile. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale e, soprattutto, in un momento in cui la crisi della rappresentanza politica ha superato ogni livello di guardia, riproporre i capolista bloccati significa creare nuovamente un Parlamento di nominati. La nostra voce a favore di questo documento è coerente con la posizione che assumemmo contro il listino bloccato introdotto nella nuova legge elettorale Toscana. Già allora esprimemmo tutta la nostra contrarietà ad una soluzione che espropria i cittadini del loro fondamentale diritto di scelta. Sarebbe assolutamente opportuno che il PD toscano riavviasse un dibattito vero su questo tema in tutte le sue sedi. Per questo dichiariamo il nostro sostegno convinto ai senatori firmatari del documento e auspichiamo che in queste ore si levino altre voci di appoggio a questa giusta posizione”.
Questo il testo sottoscritto dai 29 senatori del PD:
La legge elettorale costituisce indubbiamente un fondamentale strumento per la vita democratica e non solo in quanto svolge un’indispensabile funzione regolatrice, ma pure perché rimanda a diritti e garanzie costituzionalmente definiti e sanciti.
Proprio a partire da questo dato essa impegna coscienza e responsabilità di ciascuno. Per quanto riguarda la nuova legge elettorale, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che costituisce ineludibile riferimento, non si possono che valutare positivamente le novità intervenute rispetto al testo approvato in prima battuta alla Camera. Si e’ alzata la soglia che evita il ricorso al ballottaggio; sono state uniformate e abbassate al 3% le soglie di ingresso, garantendo, dunque, quote di rappresentanza alle diverse forze politiche; si e’ inserita infine l’indicazione della preferenza al fine di restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Di contro non e’ condivisa da altre forze politiche la prospettiva di collegi uninominali. Questo comunque il punto fondamentale cui la nuova normativa deve attenersi: restituire compiutamente lo scettro al principe-cittadino-elettore. Sotto questo profilo riteniamo non sia condivisibile la nomina di capilista bloccati. Essa configura, infatti, un Parlamento nel quale i nominati rappresenteranno la maggioranza dei Deputati e in cui la possibilità di eleggere con preferenza i propri rappresentanti verrà lasciata di fatto esclusivamente al partito vincitore del premio di maggioranza. In secondo luogo, la previsione di capilista pluricandidati istituzionalizza una pratica che espropria l’elettore del controllo effettivo del proprio voto con possibili rischi di incostituzionalità. Si deve, infatti, tanto più considerare che siamo impegnati in un percorso di riforme costituzionali che prevede una sola Camera politica con un unico rapporto fiduciario col Governo. Infine, quanto alla clausola di salvaguardia essa deve necessariamente rapportarsi alla conclusione definitiva del processo di riforma costituzionale.