NASCERA’ E NON AVRA’ PAURA

maggio 16, 2015admin2015, da FACEBOOK0

Tra un po’ si vota, almeno qui in Toscana. E stavolta le cose non sono proprio scontate per tante persone di sinistra, normalmente molto esigenti e, a dispetto della vulgata, per nulla facili alle certezze di antica memoria. Dirò a modo mio perché occorre oggi un voto a sinistra, libero e sincero, e perché occorre prendere coraggio e non restare a guardare.

L’antefatto.
Il governo macina propaganda a mille, Renzi s’è vestito anche da maestro, con tanto di lavagna e gessetti. Il PD gioisce, nonostante quello che pensano tantissimi suoi iscritti, per gli abbandoni di chi se ne va in silenzio e di chi lo fa con clamore, ultimo Giuseppe Civati. Berlusconi tira a campare. La destra sembra aver trovato il suo campione, faccia paciosa e pensiero e azione razzisti, non è un caso se piace ai fascisti. Il Movimento 5 Stelle continua imperterrito nella sua comoda doppia vita, con il volto dei parlamentari impegnati a proporre qualcosa di buono e il leader maximo che insiste a preferire l’insulto e lo scontro a tutto campo. Intanto, le piazze d’Italia si sono nuovamente riempite di insegnanti, studenti, famiglie, che protestano – a buona ragione – contro la “riforma” della scuola del governo. È la seconda ondata che coglie un tema enorme per la democrazia italiana, dopo il movimento contro la liberalizzazione dei licenziamenti individuali del Jobs Act. La scuola è la seconda gamba del nuovismo conservatore che strappa l’anima di sinistra del PD. Le piazze non si sono riempite sull’Italicum (le leggi elettorali si contestano nell’urna) ma il movimento di opinione avverso è stato altrettanto diffuso.

Che cosa affidiamo alla scheda elettorale.
È in questo contesto che arrivano le elezioni regionali. Inutile girarci intorno, inseguendo le vicende locali, i programmi e i candidati, che certo contano, ma contano altrettanto le scelte più generali. Un po’ lo sa il Governo, perciò si dedica a una propaganda ossessiva sulla scuola e sulla ripresa economica senza lavoro; un po’ lo sappiamo anche noi. Anche perché nella cabina ci andiamo stavolta quasi tutti con una sola scheda, e a lei dobbiamo affidare tutte le nostre convinzioni, e il giudizio che diamo sulle vicende locali e nazionali.

Una scelta per la sinistra.
Io in Toscana la mia scelta l’ho fatta, prima rinunciando a candidarmi nel PD per incolmabile distanza dal suo progetto ormai chiaramente centrista, poi lasciando il PD e sostenendo la lista SI – Toscana a sinistra, con Tommaso Fattori candidato presidente. Scelta politica, di presenza attiva nel dibattito pubblico, con l’obiettivo di dare una mano, da non candidata, a costruire un nuovo soggetto politico della sinistra, riformatore, radicale e di governo. Tema attualissimo, perché siamo già entrati nell’Era dell’Italicum, e ci resteremo per un po’ di anni. Il 31 maggio si fanno le prime prove, pallottoliere alla mano, sul futuro della politica e della democrazia italiana; ancora piccole prove, ma davvero importanti. Il tema è se alle prossime elezioni politiche, nelle quali – come ha voluto Renzi – praticamente si elegge il premier, ci si va in tre (PD, M5S, Destra) o in quattro, con l’aggiunta di una nuova forza politica di sinistra, per decidere chi deve governare il cambiamento e in quale direzione. Se fai il Jobs Act, lo Sblocca Italia, la Brutta scuola, e poi fai l’Italicum per continuare incontrastato su questa strada, te lo devi aspettare. Come in Liguria: non è che fai vincere la tua candidata nell’illegalità e poi ti meravigli che la sinistra si presenta alle elezioni. Quando il latte è versato, piangere (lacrime di coccodrillo) non serve a nulla.

No, astenersi proprio no.
Perciò, se gettiamo lo sguardo sul futuro, l’astensionismo non mi sembra una buona soluzione. Capisco, ma non mi adeguo. Chi dovrebbe preoccuparsi di più di fronte all’astensionismo sono le forze politiche maggiori, quelle che hanno (dovrebbero avere) sulle proprie spalle la responsabilità della legittimazione piena e del buon funzionamento delle istituzioni. Invece, si sa, l’astensionismo è il male minore per il PD, e soprattutto per Renzi: il PD – questo PD, questo gruppo dirigente, non tanti dei suoi ancora iscritti – ha “digerito” la questione democratica, la rappresentatività delle istituzioni, la legittimazione popolare del vincitore. Il vincitore è quello che arriva primo, non importa con quanti voti, e nemmeno quali scelte ha fatto per ottenerli e appoggiandosi a chi, secondo la stessa logica che domina ormai quasi tutte le primarie del PD: il vincitore ha sempre ragione. Al più, se poca gente andrà a votare, il governo dirà – scommettiamo? – che non lui ma le Regioni sono il vero problema e che dunque fa bene la sua riforma costituzionale a ridurle ad ancelle dello Stato. Girerà la frittata, come sta facendo in questi giorni sulla vicenda delle province, prima le ha messe nel caos totale, poi la colpa è delle Regioni, infine arriverà lui, il governo, a mettere tutto a posto. Queste sono le “riforme” del governo Renzi: tutto cambi perché tutto torni indietro, diritti, scuola pubblica, istituzioni.

Il voto parla.
Ecco perché chi, elettrice ed elettore di sinistra, ha da dire qualcosa al PD, gliela deve dire direttamente, perché il PD non ascolta chi se ne sta a casa. Se te ne stai a casa, è come se il tuo voto si frantumasse in tanti pezzi, regalandoli di più a chi vince e un po’ meno a chi perde. Ne regali un pezzo anche a Salvini, per capirci. Meglio darlo, allora, per intero il proprio voto, esprimendo così fino in fondo una scelta libera, un SI a chi sentiamo più vicino e un NO che arriva diretto agli altri, a chi non vuole più ascoltare il popolo di sinistra e a chi – a destra – gioisce del campo deserto. Un voto per costruire, passo dopo passo, una sinistra aperta e solare che rompa il gioco a tre tra Renzi, Salvini e Grillo. In Toscana, dove la destra è fuori gioco nella contesa sul governo regionale, c’è la possibilità di dare un buon segnale, di autonomia, di partecipazione, di speranza. Di voglia di rimettere in gioco i valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della felicità e del benessere collettivi. E di critica severa verso chi – il PD con la sua brutta legge elettorale fatta con Forza Italia – ha voluto rinchiudersi nel fortino del potere, e tagliare ogni ponte con la sinistra, per l’oggi e per il domani.

Nascerà.
Il progetto di una nuova sinistra è dunque nelle cose, e vive nel sentimento e nella ragione di chi non si sente più rappresentato dalla politica di oggi. Lo hanno raccontato anche i volti e le voci di chi è stato il 4 maggio al Teatro di Rifredi, a parlare di democrazia e di uguaglianza con Sergio Cofferati e Sandra Bonsanti. Per favorire questo progetto occorre partecipare. Con il voto, che è qui a due passi. E con tante azioni positive, da mettere subito in campo per un’alternativa di sinistra, di popolo e di valori comuni. Che si esprimerà in associazioni, movimenti, coalizioni sociali, singole persone, per poi ritrovarsi in un processo fondativo. Ognuno ci metterà del suo, nessuno sarà escluso, conteremo ciascuno per quello che siamo. Nascerà e non avrà paura di giocare subito la sfida del governo.

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