Il senso di responsabilità e il senso del ridicolo (fb 16 gennaio 2013)
Il vero tema di questa campagna elettorale è la responsabilità. Non quella dei partiti, che secondo me è molto chiara a tutti, ma quella degli elettori, di ogni credo politico. Il centro sinistra vincerà, e vincerà bene, se riuscirà a sollecitare il senso di responsabilità degli italiani, quella cosa che si annida prepotente nel nostro essere sociale, quotidiano, familiare, e con la quale riconosciamo chi ci prende in giro e chi invece è onesto e sincero. Detto in altri termini, questa campagna elettorale ci domanda se abbiamo ancora il senso del ridicolo, o se guitti opportunisti e imbroglioni possono tornare a scorazzare nell’indifferenza generale, come gli ometti cinici di Altan che credono di avere sempre un ombrello a portata di mano.
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La risposta ai commenti (a proposito del voto utile):
La campagna elettorale è cominciata, si vede anche dal nervosismo che pervade il web. Così succede che un post su come fronteggiare l’imponente invito alla dimenticanza messo in campo da Berlusconi e dalla destra viene letto come invito al voto utile, anzi a votare PD turandosi il naso. Insomma: siccome in questi giorni si discute sui media di voto utile, allora tutto deve essere letto sotto questa luce. Non sono d’accordo, e ribadisco pari pari i concetti che ho proposto nel mio post. Null’altro avrei da dire a chi se ne è andato per altri lidi, seguendo suoi rispettabili pensieri, ma – diciamo così – fuori tema. Per inciso, a Calama dico che può trovare sul sito del PD www.partitodemocratico.it tutte le proposte programmatiche che cerca, a partire dalla Carta d’intenti della coalizione Italia Bene Comune.
Però non sfuggo alla provocazione sul voto utile, che, al di là del mio post, è problema presente in tutte le competizioni elettorali. Ogni partito che si presenta alle elezioni deve comunque rispondere alla domanda: perché dovremmo votare te e non un altro? Le risposte sono: vota me, perché sono più vicino a quello che tu pensi, ai tuoi valori e ai tuoi interessi, posso vincere o perdere la competizione per il governo, ma vincerò sicuramente quella della rappresentanza e quei valori li rappresenterò al meglio (voto utile per rappresentare); vota me, perché tra tutti quelli che affermano valori per te accettabili sono l’unico che può vincere le elezioni, governare e dunque realizzarli almeno in parte (voto utile per governare); vota me, perché solo io posso vincere su quelli che ritieni i nemici principali per te stesso e per la repubblica (voto utile per contrastare). Come vedete, tutti usano l’argomento del “voto utile”, basta capirsi che l’utile di cui si parla è quello dell’elettore. Nessun competitore elettorale può sfuggire alla prova del voto utile (per rappresentare, per governare, per contrastare). E non c’è nulla da fare: chi può dare efficacemente tutte e tre le risposte è in grado di offrire più garanzie di voto utile. Tutti gli argomenti possono essere sviluppati in modo nobile o ignobile. Quando mi capiterà in futuro di invitare a riflettere sull’importanza del voto utile, state pur certi che mai e poi mai inviterò a votare PD turandosi il naso (argomento ignobile), ma cercherò di dimostrare (argomento nobile) che il PD e la coalizione di centro sinistra hanno valori e interessi importanti da rappresentare, sono gli unici che possono tradurli in azione di governo, e la loro affermazione può garantire meglio il contrasto dei valori opposti. I detrattori cercheranno di dimostrare il contrario. Si chiama dibattito elettorale, e ne sono un piccolo esempio proprio alcuni commenti al mio post, volutamente scritti “fuori tema”. Armiamoci dunque di buoni argomenti, ma, per favore, non facciamoci lezioni di oggettività: ciascuno racconta la storia per quello che sente e per quello che vuole affermare. Il voto utile è una cosa maledettamente seria in ogni vera democrazia.