Cambia l’Italia: l’alfabeto della buona politica

scritto da Emiliano Ricci, dedicato all’impegno dell’area politica Cambialitalia (28 marzo 2010)

A, come autodeterminazione

Di un popolo come di un individuo. Uno dei diritti fondamentali, da difendere e da sostenere con forza, contro i continui attacchi perpetrati da chi vuole imporre il proprio pensiero e la propria volontà a tutti. Per un’Italia che possa definirsi veramente laica.

B, come biodiversità

Il 2010 è l’Anno internazionale della biodiversità. Un’occasione importante per sensibilizzare ed educare al rispetto e alla tutela dell’ambiente in cui viviamo. Ma anche un’occasione per comprendere il concetto, non solo biologico, di “diversità”. E non fermarsi al 2010.

C, come cultura

Un Paese senza cultura è destinato a morire. E’ vero, l’Italia è ricca di cultura. Ma molti hanno perso il senso di questa parola e considerano cultura ciò che in realtà non è tale. Già imparare a distinguere è fare cultura. Iniziamo intanto da qui. Perché c’è davvero tanto lavoro da fare.

D, come difesa delle minoranze

Siamo nel XXI secolo e dobbiamo ancora usare questa espressione. Evidentemente non si è ancora compreso bene che le minoranze non sono un pericolo, ma una vera e propria risorsa della democrazia. Tutelare le minoranze, promuovendone lo sviluppo, significa difendere il valore più profondo della democrazia.

E, come educazione

La società si basa sull’educazione, intesa come istruzione e formazione dei soggetti che la compongono. Scuola e università sono gli elementi operativi, quelli a cui la società stessa delega questo compito. La società può crescere e progredire solo se questi elementi operativi sono messi in grado di funzionare e di svolgere appieno il loro compito.

F, come felicità

L’economia nasce come «scienza della pubblica felicità». Pubblica perché la felicità è legata al bene comune: in una nazione, o si è felici tutti o non lo è nessuno, perché la felicità di un popolo è un gioco di “coordinamento”: solo dove c’è cooperazione si può avere sviluppo. Egoismo e individualismo portano necessariamente alla povertà.

G, come “green economy”, economia verde

Sostenere un nuovo modello di sviluppo, non più basato sui combustibili fossili (black economy), ma sulle fonti energetiche rinnovabili è il fondamento dello sviluppo sostenibile, da ogni punto di vista: sociale, economico e ambientale. Ma occorre anche lavorare alla creazione e alla diffusione di una “cultura della sostenibilità”.

H, come handicap

L’handicap è uno svantaggio legato a un particolare contesto. In un contesto economico di crisi globale, il nostro Paese in questo momento ha un grave handicap: le politiche economico-finanziarie dell’attuale governo. Per ricominciare a correre veloci, occorre eliminare questa zavorra.

I, come innovazione

L’innovazione è il motore dello sviluppo: il progresso che deriva dal cambiamento. Senza innovazione un Paese non può crescere. Ma innovazione significa creatività. Quella creatività che al nostro Paese non è mai mancata. Basta solo ritrovare il modo perché possa esprimersi al meglio.

J, come jeans

Un capo di abbigliamento giovanile, ma anche il simbolo dello stretto legame che il nostro Paese ha con gli Stati Uniti. Nati a Genova, esportati negli USA, tornati in Italia con un nome e un fascino completamente nuovi. Un italiano scopre l’America, un altro le dà il nome. L’elezione di Barack Obama alla presidenza è la più grande dimostrazione della maturità raggiunta dalla democrazia americana. Un legame da rafforzare, una lezione da imparare.

K, come KISS

Non bacio, ma acronimo di “Keep It Simple for the Stupid”, mantienilo semplice per il lettore meno esperto. Occorre rendere il nostro messaggio veramente comprensibile a tutti, mettendo solo ciò che serve a chiarirlo, ed evitando tecnicismi, o, ancor peggio, il gergo politichese. Più il nostro linguaggio sarà chiaro, più facile sarà comprenderlo, maggiore sarà la sua efficacia comunicativa. E gli elettori ce ne saranno grati.

L, come legalità

Legalità che significa non solo lotta alla criminalità organizzata e non, ma anche rispetto delle leggi, riconoscimento del valore e dell’autorevolezza delle istituzioni, difesa dello Stato di diritto. Per educare alla cultura della legalità occorre tornare a promuoverne i valori e diffondere la consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole. Un cambiamento epocale. Un cambiamento necessario.

M, come merito

Per ridare veramente senso a questa parola, che lo ha perso in decenni di pratiche raccomandatorie e nepotismi d’ogni sorta, occorre lavorare sodo. E riusciremo nell’intento perché sapremo meritarcelo.

N, come novità

Non si deve aver paura del nuovo. Anzi. Il cambiamento passa dalla sperimentazione, dalla voglia di provare nuove strade. Progresso è raggiungere obiettivi che prima non erano nemmeno ipotizzabili. E’ il momento della politica 3.0, non solo in Italia, ma nel mondo. Occorrono nuove idee per nuovi obiettivi. Noi vogliamo essere in prima fila.

O, come osservazione

Osservare la realtà che ci circonda, per imparare a conoscerla, a comprenderla e, se necessario, a modificarla. E poi sottoporre a continua verifica gli esiti delle nostre azioni. Il metodo scientifico prestato alla politica, per tornare a fare progetti a lunga scadenza, che abbiano valore nel tempo. Come le leggi della natura.

P, come partecipazione

Non una moda passeggera, ma un modo antico e allo stesso tempo nuovo di fare politica. Partendo dalla gente e dai suoi bisogni. Per un partito che possa veramente definirsi democratico.

Q, come quadratura

In geometria, la quadratura del cerchio con il solo uso di riga e compasso è uno dei classici “problemi impossibili”. Un’impresa vana, senza speranza. L’esatto contrario del nostro “Cambia l’Italia”.

R, come ricerca

L’Italia è un Paese industrializzato, ma conduce politiche della ricerca come se fosse un Paese del Terzo Mondo. Eppure la crescita di un Paese passa necessariamente attraverso la ricerca scientifica e tecnologica. Perché senza ricerca, non può esistere innovazione. Né progresso.

S, come solidarietà

Ma anche come sfida. La sfida di cambiare l’Italia per trasformare la cultura dell’odio verso l’altro, lo straniero o il diverso, per tornare a una cultura di accettazione, inclusione e, appunto, solidarietà.

T, come TIC

Le tecnologie per l’informazione e la comunicazione sono un’importante risorsa di sviluppo e progresso sociale, culturale ed economico. Internet, con il Web, i blog, i social network, è il primo vero spazio collettivo mondiale dove ognuno può finalmente esercitare la propria libertà di espressione. Guai a censurarlo o a filtrarlo. Freneremmo solo il nostro sviluppo.

U, come umanesimo

Ritorno alla centralità dell’uomo, come soggetto e oggetto dell’azione politica. Per riaffermare il valore della dignità umana e prendere la strada di un nuovo Rinascimento.

V, come valore

Restituire agli uomini, alle loro parole e alle loro azioni il giusto valore e il loro reale significato. Per uscire dalla condizione in cui nessuno è più responsabile di niente, e chiunque può affermare tutto e il suo contrario, in un relativismo senza fine.

W, come welfare

Welfare significa benessere: il “welfare state” è lo Stato che si occupa del benessere dei suoi cittadini, in particolare di quelli più deboli, e di eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche. E’ lo Stato dalla parte dei cittadini. E’ lo Stato che vogliamo.

X, come “ora X”

Ovvero l’ora dell’azione. Ma anche come il simbolo matematico della moltiplicazione. Mai come adesso, infatti, è importante agire, moltiplicando i nostri sforzi. Per cambiare l’Italia.

Y, come “young”, giovane

Coltivare le nuove generazioni, perché rappresentano il futuro di questo Paese. Ogni età offre capacità e competenze diverse. E tutte devono lavorare assieme, ciascuna dando il proprio contributo. Ma perché l’Italia possa crescere, è necessario che torni a essere “forever young”, per sempre giovane.

Z, come zaino

Non valigia, né ventiquattrore, ma zaino. Per ripartire con spirito di avventura, con la voglia di scoprire cose nuove, persone nuove, mondi nuovi. Una nuova politica è possibile. Noi siamo la nuova politica.

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